Non ce la fanno. Gli amici dell’UDC, pur di attaccare l’amministrazione dell’Università Agraria, continuano la polemica, sterile e da retroguardia, sul “saluto romano” che sarebbe stato fatto da un consigliere dell’Ente, finendo sui social. Ovviamente la polemica, secondo noi un poco retrò, è stata ripresa a livello nazionale da certi personaggi che vedono fascisti ovunque,
Non ce la fanno. Gli amici dell’UDC, pur di attaccare l’amministrazione dell’Università Agraria, continuano la polemica, sterile e da retroguardia, sul “saluto romano” che sarebbe stato fatto da un consigliere dell’Ente, finendo sui social.
Ovviamente la polemica, secondo noi un poco retrò, è stata ripresa a livello nazionale da certi personaggi che vedono fascisti ovunque, che sono o fingono di essere ossessionati dal ritorno di “LUI” e su questa attività in servizio permanente guadagnano in visibilità e carriera.
Gente abituata a scrivere libri di successo, dove tra cose vere si legge tanta invenzione. Perché si sa, le bugie più sono grosse e più fanno rumore e…soldi. Tanti.
Per questo ci sentiamo di consigliare agli amici dell’UDC, che sappiamo essere persone in gamba, di non unirsi al coro e tornare ad affrontare temi politici seri: il futuro del campeggio, l’assegnazione di terre e orti, lo stato di salute dell’Università Agraria, i bilanci, le prospettive future.
Questo per non rimanere “stritolati” mediaticamente da una polemica che non serve a nessuno, alla quale la stragrande maggioranza dei tarquiniesi guarda con noia e rassegnazione.
Quei tarquiniesi che alla fine del mese devono fare i conti con i bilanci famigliari e devono mettere qualcosa da mangiare sul tavolo di pranzo e cena. E con l’antifascismo ci mangiano i soliti forchettoni, non la povera gente.
Una polemica, quella sul “saluto” che non serve assolutamente a nulla. Anche perché, scavando scavando, un nonno missino o che ha fatto la nota marcia del 1922 ce lo hanno in parecchi.
E che dire dei tanti intellettuali che aderirono, più o meno entusiasticamente al “Regime”? E tra questi c’era sicuramente un grande giornalista, poeta e scrittore cornetano, quel tal Vincenzo Cardarelli nato nella nostra città e che negli “anni del consenso” scriveva sui giornali del Benito nazionale.
Come si vede nella foto che riproduce la copertina di una rivista dell’epoca, diretta da Leo Longanesi, il buon Vincenzo era in ottima compagnia. Nel frontespizio sono elencati personaggi che nei decenni successivi, ripudiato “l’odiato Regime”, sarebbero diventati esponenti di punta del mondo culturale italiano, spesso schierandosi a sinistra.
Che si fa? Ripudiamo anche Cardarelli? Chiediamo anche a lui abiure post mortem? Lo mettiamo alla gogna perché scriveva sui giornali dell’epoca e magari in qualche manifestazione quel braccio lo avrà alzato?
Riflettiamo prima di dare addosso a un ragazzo e amplificare polemiche senza senso…
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