E’ assordante il silenzio dei sindacati sulla vicenda del dissesto finanziario in cui versa l’Università Agraria di Tarquinia. Un silenzio imbarazzante, pieno di domande. Infatti, alla notizia della grave crisi economica che attanaglia l’ente civico, ci saremmo aspettati una levata di scudi delle organizzazioni sindacali.

Invece niente. Eppure di motivi ce ne sarebbero tanti per scendere in piazza, protestare e chiedere a gran voce l’intervento della magistratura ordinaria e di quella contabile. Infatti, tra le voci del dissesto finanziario lasciato dal centro-sinistra, spiccano gli 834.305,17 euro (avete letto bene OTTOCENTOTRENTAQUATTROMILA e spicci) di CONTRIBUTI PREVIDENZIALI dei dipendenti dell’Ente che non sarebbero stati versati all’INPS.

Un danno non da poco, anche perché questa grave mancanza si riferirebbe al periodo 2012-2017. Se qualcuno tra il personale dell’Università Agraria dovesse andare in pensione prossimamente si troverebbe con 5 anni di contributi non versati!

Inoltre, un eventuale tracollo dell’Ente agrario sotto il peso del buco di bilancio da oltre 4 milioni di euro, lascerebbe senza lavoro e senza stipendio i dipendenti, con gravi ricadute sui bilanci famigliari, sull’economia tarquiniese, sull’intera città che in questi giorni deve assistere, impotente, alla chiusura del punto vendita di Mondo Convenienza, con una quindicina di lavoratori che si sono trovati, dall’oggi al domani, senza lavoro.

Sindacati! Se ci siete, battete un colpo!