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“ABBIAMO RISCHIATO DI MORIRE SOFFOCATI”. ELENA ZANOBBI RACCONTA GLI ATTIMI DI TERRORE VISSUTI LA SCORSA NOTTE

“ABBIAMO RISCHIATO DI MORIRE SOFFOCATI”. ELENA ZANOBBI RACCONTA GLI ATTIMI DI TERRORE VISSUTI LA SCORSA NOTTE

“Abbiamo rischiato di morire soffocati, io e mio figlio Andrea. E’ solo grazie alla prontezza di riflessi di Fabrizio, il mio compagno, che siamo ancora vivi.” Gli attimi di terrore vissuti la scorsa notte sono ancora ben presenti nella mente di Elena Zanobbi, tarquiniese, da molti anni trasferitasi a Roma per lavorare nel mondo dello

“Abbiamo rischiato di morire soffocati, io e mio figlio Andrea. E’ solo grazie alla prontezza di riflessi di Fabrizio, il mio compagno, che siamo ancora vivi.”

Elena bacia teneramente il suo Andrea mentre viene assistita all’interno dell’autoambulanza

Gli attimi di terrore vissuti la scorsa notte sono ancora ben presenti nella mente di Elena Zanobbi, tarquiniese, da molti anni trasferitasi a Roma per lavorare nel mondo dello spettacolo e nell’organizzazione di grandi eventi.

Infatti, durante la notte, in un appartamento posto sotto il suo, si è sviluppato un incendio per cause ancora imprecisate. Un denso fumo nero ha invaso lo stabile. Sono stati attimi di terrore, risolti con una fuga precipitosa per le scale del palazzo, alla ricerca di aria pura da respirare.

“Stavamo dormendo nel nostro appartamento in zona Flaminia, a Roma – racconta Elena – quando, alle due di notte, il mio compagno si è svegliato poiché un denso fumo, proveniente dall’appartamento sottostante, aveva invaso la nostra casa.

Non respiravamo bene. Anche Andrea, il mio bambino di tre anni, tossiva e si lamentava. Fabrizio, il mio compagno e papà di Andrea, non ha esitato un attimo e mi ha detto di uscire immediatamente.

Ho sceso le scale di corsa, a piedi nudi, con in braccio Andrea che tossiva disperatamente. In strada mi sono resa conto della situazione. In pochi minuti sono giunti sul posto i vigili del fuoco, che hanno spento l’incendio, un’autoambulanza con i sanitari che ci hanno assistito in maniera molto professionale e i carabinieri che hanno dimostrato grande umanità e stile.

Elena e Andrea festeggiano con i carabinieri lo scampato pericolo

Ci hanno fatto respirare con l’ossigeno e poi, per sicurezza, trasferiti al pronto soccorso per le analisi del sangue. Lì siamo rimasti per tre ore in osservazione prima di essere dimessi.

E’ stata un’esperienza terribile – conclude Elena, che da oggi si è trasferita a Tarquinia, a casa dei genitori – ci mancava il respiro ed eravamo coperti di fuliggine.

Se il fumo fosse stato più denso, ci hanno detto i pompieri, non ce l’avremmo fatta. Adesso la possiamo raccontare, per fortuna.

Ringrazio i soccorritori, i vigili del fuoco e i carabinieri. Con questi ultimi ci siamo concessi anche una fotografia. Grazie, li ringrazio di cuore.”

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