I paracadutisti si lanciano dagli aerei e planano a terra con i loro paracadute. Così è stato, per tantissimi anni, per quanti si sono avvicinati a questo bellissimo sport grazie all’opera dell’Anpd’I, l’associazione nazionale paracadutisti d’Italia, che a Tarquinia ha una storica sezione. La città di Tarquinia, lo vogliamo ricordare per l’ennesima volta, ha un
I paracadutisti si lanciano dagli aerei e planano a terra con i loro paracadute. Così è stato, per tantissimi anni, per quanti si sono avvicinati a questo bellissimo sport grazie all’opera dell’Anpd’I, l’associazione nazionale paracadutisti d’Italia, che a Tarquinia ha una storica sezione.
La città di Tarquinia, lo vogliamo ricordare per l’ennesima volta, ha un rapporto “speciale” con i paracadutisti, perché è stata la culla del paracadutismo militare italiano e dal 1940 al 1943 vi operò una Scuola di paracadutismo nota a tutti gli storici e non solo.
Purtroppo la burocrazia spesso arriva a bloccare meccanismi ben avviati e a sconvolgere la vita dell’Anpd’I e dei paracadutisti, anche tarquiniesi. E’ il caso che vi andiamo a raccontare.
Dal dopoguerra ad oggi, l’associazione nazionale paracadutisti d’Italia, ha svolto un’importante opera, addestrando e brevettando migliaia di ragazze e ragazzi. Rilasciando loro un brevetto firmato dal presidente nazionale dell’Anpd’I e da comandante della scuola militare di paracadutismo di Pisa.
Fin qui tutto bene, fino al maggio 2018, quando l’Enac, l’Ente Nazionale Aviazione Civile, (secondo una dettagliata ricostruzione pubblicata dal periodico “Folgore”) disconoscendo una pluriennale prassi e una normativa ormai consolidata, vieta all’Anpd’I di utilizzare per i lanci di aereo civile il paracadute tondo vincolato e vuole imporre l’uso del paracadute “ad ala” anche a lanci di interesse militare come sono quelli svolti dall’associazione.
I dirigenti dell’Anpd’I rimangono basiti, ma si rendono conto che dietro questo provvedimento c’è la spinta di qualcuno a voler fare lanci vincolati con il paracadute tondo, al difuori dell’egida dell’associazione d’arma.
Il 12 luglio 2019 l’ENAC emette il provvedimento 030-P con il quale autorizza i lanci vincolati, anche non di interesse militare, “aprendo” di fatto anche ad altri soggetti.
Benché informata di tutto, l’ENAC il 3 marzo 2020, (pandemia in corso!!!!!!) emette una lettera con la quale sospende l’attività lancistica dell’Anpd’I, in netto contrasto con quanto previsto dal decreto ministeriale DM467/T.
Una doccia fredda per l’associazione, che comunque si mette al lavoro e invia la richiesta di “certificazione” all’ENAC delle sue 5 scuole di paracadutismo. Sembra tutto a posto, ma incredibilmente lo scorso marzo, l’ENAC annulla il suo provvedimento del luglio 2019 e torna a sostenere che l’attività di lancio con paracadute emisferico da velivolo civile sarebbe invece illecita, e che l’attività di lancio di interesse militare potrebbe essere effettuata solo da velivolo militare.
Purtroppo, nel frattempo, l’Esercito visto il guazzabuglio creatosi (NON certamente per colpa dell’Anpd’I, del Ministero della Difesa o dell’Esercito) è costretto a BLOCCARE la firma dei brevetti di abilitazione al lancio con il paracadute conseguiti da giugno a settembre 2020, lasciando senza il sospirato e meritato brevetto circa 200 paracadutisti e altri 400 che vedono sospeso il corso che stanno frequentando.
Un DANNO NOTEVOLE, per l’immagine dell’Anpd’I, per gli allievi lasciati con un palmo di naso e che potevano utilizzare questo brevetto per partecipare a concorsi pubblici, per l’attività delle scuole di lancio dell’associazione, per la professionalità degli istruttori, per i presidenti delle sezioni Anpd’I di tutta Itala, compresa quella di Tarquinia.
L’Anpd’I si è vista costretta a ricorrere alla Giustizia Amministrativa e pende presso il Tar del Lazio un ricorso, che presumibilmente troverà soluzione alla fine di questo anno.
La nostra Redazione, sempre attenta ai Valori Nazionali, esprime piena solidarietà all’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia e al suo Presidente, il Generale Marco Bertolini (che ha rilasciato dichiarazioni al settimanale Panorama).
Auspichiamo che la vicenda trovi presto una soluzione. Se andrà come speriamo, daremo notizia delle richieste di danni che, siamo certi, i paracadutisti presenteranno nelle sedi competenti.
Perché qualcuno dovrà rispondere CON BENI PROPRI di tutta questa storia…
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