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Giulivi fa il Giulivi e caccia l’assessore Marzoli. Leghisti in confusione sui temi ambientali

Giulivi fa il Giulivi e caccia l’assessore Marzoli. Leghisti in confusione sui temi ambientali

Cacciata a tempo di record. Così è terminata l’avventura leghista di Marzia Marzoli, l’assessore comunale all’ambiente approdata lo scorso 29 gennaio nella Giunta Giulivi dopo una lunga militanza a sinistra e nel M5S. Poche ore fa il Sindaco Alessandro Giulivi ha ritirato le deleghe all’assessore all’ambiente del Comune di Tarquinia con decreto sindacale numero 29

Cacciata a tempo di record. Così è terminata l’avventura leghista di Marzia Marzoli, l’assessore comunale all’ambiente approdata lo scorso 29 gennaio nella Giunta Giulivi dopo una lunga militanza a sinistra e nel M5S.

Poche ore fa il Sindaco Alessandro Giulivi ha ritirato le deleghe all’assessore all’ambiente del Comune di Tarquinia con decreto sindacale numero 29 del 31 marzo 2021.

Tra le motivazioni a giustificazione del provvedimento, il comportamento giudicato “non del tutto rispondente con alcune scelte fondamentali” dell’Amministrazione Giulivi e il fatto che è venuto meno il rapporto fiduciario tra Giulivi e l’Assessore Marzia Marzoli.

La crisi si è aperta oggi durante il consiglio comunale. Infatti, al tredicesimo punto all’ordine del giorno si doveva trattare l’argomento del Consorzio per la gestione dell’Osservatorio Ambientale, il rientro del Comune di Civitavecchia e l’aggiornamento della convenzione e dello statuto. Una delibera che, a sentire l’assessore Marzoli, non era stata concordata. Inoltre, nei giorni scorsi la Marzoli era stata “punzecchiata” dai suoi ex compagni pentastellati.

Questo mix di polemiche ha creato l’humus per la maturazione della scelta di Giulivi. Una decisione che non sorprende nessuno. Giulivi a fatto semplicemente il Giulivi che tutti conoscono.

“Volevo fare chiarezza su questo punto – ha detto la Marzoli – perché la volontà di questa amministrazione è di procedere con una delibera che in un solo colpo approverebbe la decisione di riattivare il consorzio e di legittimarlo rispetto al passato. Decisione che non ha visto il mio coinvolgimento e di cui non sono stata neanche messa a conoscenza, né della sua attuazione né del fatto che sarebbe stata portata quest’oggi in consiglio.

Gravissimo quanto denunciato dalla Marzoli. Si porta in consiglio comunale una proposta di delibera NON concordata con l’assessore di riferimento. E qui entra in gioco la presidente del consiglio comunale, la figura che dovrebbe essere di garanzia per tutti. Ma è andata come scrive la Marzoli, oppure è stato seguito l’iter previsto?

“Non ho usato i social – ha chiosato la Marzoli – non ho risposto sulla stampa per spiegare la mia posizione come assessore perché credo che la sede per esplicitare a tutto il consiglio i motivi della mia contrarietà, sia solo e soltanto questa perché in una democrazia così si dovrebbe fare. Dissento da questa mancanza di rispetto nei confronti dell’assessore che apprende questa decisione leggendo la convocazione del consiglio comunale.

La discussione andava fatta prima: per esempio si potevano approfondire i limiti della gestione del consorzio, si sarebbero potuti analizzare i bilanci e considerare l’opportunità dell’opzione zero. La storia è nota; tra le prescrizioni del 2003 c’era questa che chiedeva un osservatorio ambientale allo scopo di analizzare sì lo stato ambientale del comprensorio attraverso l’analisi e tante altre cose già dette, ma soprattutto che vedeva il coinvolgimento di tanti rappresentanti istituzionali (dalla Regione Lazio alla Provincia di Viterbo, ai comuni interessati, alla Asl, all’Arpa) quello che poi è stato definito con un po’ di ritardo dalla Regione Lazio: l’osservatorio ambientale di TVN che è quello che sta sul sito della Regione, quello che però non funziona perché nessuno se ne interessa perché i fondi la Regione Lazio non glieli ha mai dati o quasi.

Questo osservatorio fu una battaglia del movimento No-coke, fu figlia di una diffida sottoscritta al Ministero dell’Ambiente che portò a chiarire che nel 2009 che l’attività in carico all’osservatorio di cui al Decreto VIA, non potevano essere finanziati da Enel. L’osservatorio ambientale di TVN riconosciuto in ottemperanza dalle prescrizioni è solo quello che è stato formalizzato in Regione. Dopo tutto il consorzio aveva soltanto un unico scopo: la gestione delle quattordici centraline che Enel aveva ceduto a titolo di comodato gratuito al Comune di Civitavecchia.

Queste centraline sono disseminate in tutti i Comuni e prima erano certificate dalla Bilab, poi dal 2016, quando il Comune di Civitavecchia ha fatto la convenzione con la Regione Lazio e l’Arpa, adesso sono ufficiali e sono in capo all’Arpa. Queste centraline costano cinquecentomila euro all’anno e la convenzione scadrà il prossimo anno. Queste sono decisioni politiche.

Non ho paura del giudizio del Sindaco – ha tuonato la Marzoli – né tantomeno se alla fine di questo intervento deciderà di ritirare le mie deleghe. Ritengo doveroso farlo così, perché riattivare il consorzio ritengo che sia un grave errore, lo era all’inizio e lo sarà anche adesso. Sono contraria perché è dal 2007 che seguo queste vicende e sono sicura di quello che dico perché osservare è stato davvero inutile.

Siamo nel 2021 non è successo mai niente di buono purtroppo anche perché è un osservatorio e non ha altri strumenti. Io mi ricordo che era un po’ l’essenza che si diceva nel 2007 durante lo sciopero della fame, durante i consigli comunali dove c’era il nostro sindaco che chiaramente diceva cose molto coerenti a quelle che ho detto io. Non posso dire se lui abbia cambiato idea, ma io non l’ho fatto. Ho sempre tenuto gli occhi aperti ed è il caso di ricordare che quando tutti ancora un po’, per gli errori fatti dall’amministrazione Mazzola, si sentono tranquilli sui dati delle centraline, devono non scordarsi degli oltre sei milioni e trecentomila metri cubi di emissioni all’ora, dell’aumento delle ore di lavoro e di tutto quello che è successo fino ad ora.

Marzia Marzoli, ex assessore della maggioranza leghista di Tarquinia

Ben altra cosa sarebbe stata l’azione forte del nostro Comune di richiedere alla Regione Lazio la riattivazione dell’osservatorio regionale, a partire anche dalla sola volontà di rappresentarlo perché Tarquinia non lo ha mai fatto poiché Mazzola si rifiutava di riconoscerlo.

All’epoca il Sindaco Pietro Mencarini aveva intenzione di nominare un rappresentante perché le centraline andavano gestite e gli studi andavano fatti in maniera ufficiale. Il consorzio non ha valore istituzionale, lo ha solo quello della Regione Lazio.

Alessandro Giulivi

Chiudo questo intervento che per me è molto doloroso – ha concluso con un commento durissimo la Marzoli – perché su queste cose c’ho vissuto in coerenza e quindi vorrei soltanto dire che come assessore esterno dichiaro il mio dissenso e rimando al mittente tutto quello che è stato detto perché l’ambiente, questa parola con la A, non sanno neanche dove sta e si dovrebbero forse anche un po’ vergognare, perché non hanno fatto nulla.

Cosa aggiungere? La “cacciata” della Marzoli certifica, se ce ne fosse bisogno, la confusione che regna sovrana nella maggioranza leghista, coperta a mala pena dal decisionismo del sindaco giulivi.

Povera Tarquinia!

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