L’Università Agraria di Tarquinia come il Titanic? Lo affermano due consiglieri dell’Ente, Leoncelli e Massi, che hanno diramato un comunicato stampa particolarmente drammatico. Già l’Ente era uscito con le ossa rotte dalla gestione ultradecennale del centro-sinistra, con un deficit (così affermava il Presidente e la sua maggioranza) di alcuni milioni di euro. Un Ente al
L’Università Agraria di Tarquinia come il Titanic? Lo affermano due consiglieri dell’Ente, Leoncelli e Massi, che hanno diramato un comunicato stampa particolarmente drammatico. Già l’Ente era uscito con le ossa rotte dalla gestione ultradecennale del centro-sinistra, con un deficit (così affermava il Presidente e la sua maggioranza) di alcuni milioni di euro.
Un Ente al collasso, che secondo Massi e Leoncelli, ora si trova vicino a un baratro. Ma leggiamo le dichiarazioni dei due consiglieri.
“Riteniamo sconcertante e pericoloso, lo stato in cui si trova l’Università Agraria di Tarquinia – riferiscono i consiglieri di opposizione Leoncelli e Massi – la maggioranza sembra vivere l’ultimo giorno del TITANIC; c’è chi continua a farsi selfie, chi tenta di nascondere la polvere sotto il tappeto spostando l’attenzione altrove tra un sopralluogo e una ricetta di cucina e infine chi dorme mentre la nave “affonda”.
Leoncelli e Massi sottolineano le dimissioni di numerosi consiglieri.
“Molti i consiglieri scontenti che negli ultimi mesi si sono dimessi senza dare spiegazioni, sintomo che qualcosa all’interno della maggioranza non va – dichiarano i due – il silenzio degli assessori e dei consiglieri di maggioranza che ricevono ogni giorno lettere “pesanti” dai funzionari dell’ente è veramente imbarazzante.
Non è mai successo fino ad ora che una lista di sedici persone arrivasse a raschiare il fondo.
Un uomo solo al comando che si arroga il titolo di monarca e alcuni che continuano come il comandante a rimanere sulla nave, aggrappandosi alle cime, ma senza accorgersi di essere rimasti soli.
Proprio ieri, lunedì 22 giugno, si è svolta l’ennesima commissione per la revisione dello statuto presieduta da Rosanna Moioli, dove la maggioranza non aveva la maggioranza, (non è uno scioglilingua ma un semplice gioco di parole) -continuano Leoncelli e Massi – ossia per l’ennesima volta non si avevano i numeri per svolgere la seduta e così la commissione è andata ancora una volta deserta.
Chiediamo quindi al Presidente Borzacchi: è sicuro di avere ancora i numeri che le consentono di amministrare questo Ente?
Noi consigliamo alle poche persone rimaste a bordo di salire sull’ultima scialuppa rimasta finché si è in tempo.
Maurizio Leoncelli
Roberto Massi
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