Italiani di serie C. Si sentono così gli abitanti di San Giorgio, località del litorale tarquiniese, che in queste ore è colpita dagli abbattimenti delle case. Abitazioni distrutte dalle ruspe chiamate dai proprietari che sono costretti a farlo per non vedersi confiscare anche il terreno. Una situazione kafkiana, con da una parte i cittadini che
Italiani di serie C. Si sentono così gli abitanti di San Giorgio, località del litorale tarquiniese, che in queste ore è colpita dagli abbattimenti delle case. Abitazioni distrutte dalle ruspe chiamate dai proprietari che sono costretti a farlo per non vedersi confiscare anche il terreno.

Proseguono gli abbattimenti delle case a San Giorgio
Una situazione kafkiana, con da una parte i cittadini che chiedono, giustamente, il rispetto dei loro diritti e dall’altra una burocrazia feroce e un’amministrazione comunale che, invece di applicare la legge 28/80 e ridare alla zona un ordinato sviluppo, preferisce tacere e spronare gli abitanti a buttare giù le case.
Abitazioni quelle di San Giorgio, costruite con tanti sacrifici, mattone su mattone, dopo che per decenni sono stati presi in giro da una politica che NON decideva e lasciava campo aperto agli abusi.
Una situazione che nasce negli anni ’60, in particolare dalla delibera comunale del 20 gennaio 1964 (!!!!) con la quale il Comune di Tarquinia esprime parere favorevole alla lottizzazione di San Giorgio.

I cartelli affissi dagli abitanti di San Giorgio, che ripercorrono le tappe di un calvario infinito
Nei decenni successivi non si contano i ricorsi al Tar, le promesse pre elettorali, gli alti e bassi. Intanto, alcuni proprietari costruiscono abusivamente e scattano denunce, apposizione di sigilli, processi.
Un calvario infinito per cittadini, questo è il colmo della beffa, che sono costretti a pagare ICI e poi IMU su terreni catalogati come EDIFICABILI e sui quali NON POSSONO COSTRUIRE.
Intanto, sono costretti ad abbattere le proprie case, nel SILENZIO dei MEDIA LOCALI e dei RAPPRESENTANTI DEL POPOLO… Meditate gente, meditate!
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