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La scrittrice tarquiniese Rachele Faggiani premiata da Pupi Avati

La scrittrice tarquiniese Rachele Faggiani premiata da Pupi Avati

La cerimonia di premiazione della XXV edizione del premio nazionale di narrativa “Valerio Gentile”, ha visto la scrittrice tarquiniese Rachele Faggiani trionfare con il romanzo breve “Più in fretta che posso.” La manifestazione culturale si è svolta il 4 settembre scorso (ma Rachele ha tenuto “nascosto” il trionfo benché abbia studiato da giornalista), presso la

La cerimonia di premiazione della XXV edizione del premio nazionale di narrativa “Valerio Gentile”, ha visto la scrittrice tarquiniese Rachele Faggiani trionfare con il romanzo breve “Più in fretta che posso.”

La manifestazione culturale si è svolta il 4 settembre scorso (ma Rachele ha tenuto “nascosto” il trionfo benché abbia studiato da giornalista), presso la sala ricevimenti del ristorante “Il Fagiano” alla Selva di Fasano. A fare gli onori di casa e presentare la serata Mariella Muzzupappa che ha tracciato un ricordo di vita e delle aspirazioni del giovane Valerio, strappato alla vita troppo presto, e introdotto gli interventi del sindaco di Fasano Francesco Zaccaria per un saluto istituzionale, del presidente della Fondazione “Valerio Gentile” Nicola Gentile, di Angela Schena della casa editrice Schena Editore, e di Antonietta Latorre, la vera anima della fondazione. 

Padrino della serata il noto regista e scrittore Pupi Avati che ha tenuto a “battesimo” i giovanissimi vincitori del premio. 

Nella sezione Giovanissimi il primo premio è andato alla scrittrice Maria Laura Piroddi, classe 2009, nata a Bari, con l’opera “Alla ricerca della felicità”.

Nella sezione Romanzo Breve, il maestro Pupi Avati ha premiato Rachele Faggiani, di Tarquinia, con la pubblicazione “Più in fretta che posso”. Questa la motivazione del premio: “la tematica della persistenza dell’amore autentico a dispetto del tempo e delle contrarietà della vita è efficacemente declinata a partire da un’insolita amicizia, che farà propellente ad un imprevedibile ricongiungimento. Uno stile immediato e ben costruito fa scorrere la trama negli andirivieni tra passato e presente, tenendo il lettore in un’atmosfera sospesa e coinvolgente. Inoltre, non secondario risulta il motivo della cultura dei nativi americani e quindi di ogni minoranza etnica silenziata dalle culture dominanti”.

Al secondo posto si è classificato Carlos Maria Simone, di Milano, con l’opera “Riso sul sagrato” e al terzo posto Loris Avella, di Napoli con “Jennifer in disco”.

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