Sono statue dedicate alle foche monache in via di estinzione. Un’associazione le installata nelle piazze principali delle città del Mediterraneo, per sensibilizzare tutti nella difesa di questi animali. A realizzarle è un tarquiniese, Giulio Cosimi, un valente artigiano che ha girato tutta Italia e gran parte del mondo, apprezzato ovunque per la sua abilità nel
Sono statue dedicate alle foche monache in via di estinzione. Un’associazione le installata nelle piazze principali delle città del Mediterraneo, per sensibilizzare tutti nella difesa di questi animali. A realizzarle è un tarquiniese, Giulio Cosimi, un valente artigiano che ha girato tutta Italia e gran parte del mondo, apprezzato ovunque per la sua abilità nel lavorare marmo, nenfro e altre pietre. Uno che porta il nome di Tarquinia ovunque, ma che nella Tuscia è poco considerato.

Tutti lo conoscono come “Bagada”. Questo soprannome gli viene dal padre, Giovanni Cosimi, che da bambino faceva lo scalpellino per i muratori. Preparava e squadrava i “selci” e ne doveva lavorare un certo numero per essere pagato. Siccome era furbo, “prendeva” qualcuno di quelli già fatti dai suoi compagni. Il padre di Franco Zamboni, che era capomastro, un giorno se ne accorse e ridendo gli disse: “Sei come il ladro di Bagdad”. Questa parola, storpiata in dialetto tarquiniese, diventò Bagada.

“È il soprannome che mi è stato lasciato in eredità – ricorda Giulio – la nostra è una famiglia di artigiani dal 1400. I miei antenati lavoravano soprattutto il ferro battuto. Dall’800 siamo a Tarquinia. Anche io, come i miei avi, sono stato avviato fin da giovanissimo a questa attività lavorativa. Ho iniziato nello studio di Giovanni Calandrini – ricorda Bagada – è lì che ho scoperto tecniche nuove, tra le quali il tutto tondo.”

Inizia così per Giulio Cosimi un’attività frenetica, in Italia e all’estero, al fianco di artisti di livello internazionale. “Ho collaborato con Sebastian Matta, l’artista cileno esule a Tarquinia – ricorda Giulio Cosimi – sono stato anche a Santiago del Cile, dove ho lavorato la ceramica. Per 10 anni ho girato il mondo, le mie opere sono state accolte in mostre d’arte in Olanda, Belgio, Colombia, Paesi Arabi e Italia.”

Artista poliedrico, ha creato oggetti sia in metallo che in altri materiali. Ma non si è fermato all’artigianato di qualità. La passione per il mare lo ha portato a svolgere per ben 35 anni la professione di bagnino, in diversi stabilimenti balneari del nostro litorale.
“Faccio fusioni e lavoro il metallo a mano – prosegue – oggi sono esclusivamente scalpellino. Lavoro qualsiasi materiale, soprattutto il nenfro, una roccia locale compatta ma ben lavorabile. Da alcuni anni realizzo della opere particolari. Per il Gruppo Foca Monaca Aps (www.focamonaca.it, grupfoca@tin.it), che si batte per proteggere questo animale in via di estinzione, ho ideato una statua dove due foche si baciano, creando una sorta di cuore. Ne abbiamo collocate diverse. L’ultima in ordine di tempo dovevamo collocarla a Villasimius, in Sardegna, ma l’emergenza Covid ha per il momento bloccato tutto.”

Una bellissima opera dedicata a questo simpatico animale è stata posizionata nella piazza principale del porto di Marettimo, una delle isole Egadi. La statua raffigura, a grandezza naturale, una femmina di foca monaca (Monachus monachus) e il suo cucciolo. L’opera vuole ricordare che fino a pochi anni fa questo animale, fragile e mite, frequentava le spiagge e le grotte di Marettimo, mentre al giorno d’oggi la specie è gravemente minacciata d’estinzione.
La scultura vuole rappresentare, all’interno dell’Area Marina Protetta delle Egadi, la più grande d’Europa nel centro del Mediterraneo, una testimonianza ed un richiamo al rispetto dell’ambiente. Altre statue “gemelle” sono state collocate in Croazia, sull’isola di Vis; sull’isola greca di Othoni, situata tra le coste del Salento e quelle albanesi, e perfino nel piazzale antistante il Museo Etnografico e Naturalistico di Gibilterra.

Lo scalpellino “Bagada”, nonostante questo successo internazionale rimane profondamente legato alla sua terra. Vive a Tarquinia, in località San Giorgio, dove ha il suo laboratorio e dove continua a produrre opere molto interessanti.
“Nel 2019 abbiamo inaugurato una statua della Pietà al convento di San Francesco di Tarquinia, che ha riscosso un buon successo – conclude Giulio Cosimi – purtroppo non sono profeta in Patria. Infatti, sono poche le mie realizzazioni presenti nella Tuscia. Eppure ho portato il nome della mia città ovunque e sempre in contesti culturali di altissimo livello.”

Ma a Bagada non importa più di tanto, lui continua a scolpire i sassi, dando loro una forma e donando un’emozione fortissima a chi guarda queste mirabili opere d’arte.
Per contatti l’artista risponde al numero: 339.5729755
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