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Fare Verde chiede alla Regione di cercare nuove fonti d’acqua prive di arsenico e aprire un tavolo di confronto sul problema idrico

Fare Verde chiede alla Regione di cercare nuove fonti d’acqua prive di arsenico e aprire un tavolo di confronto sul problema idrico

L’associazione ambientalista Fare Verde chiede investimenti per la ricerca di nuove fonti d’acqua prive di arsenico e denuncia che a Tarquinia l’acqua sorgiva finisce direttamente nelle fogne. Il presidente regionale di Fare Verde, Silvano Olmi, chiede di aprire un tavolo di confronto Regione-Provincia-Comuni-Talete-associazioni. L’associazione ambientalista Fare Verde esprime apprezzamento per l’approvazione di un ordine del

L’associazione ambientalista Fare Verde chiede investimenti per la ricerca di nuove fonti d’acqua prive di arsenico e denuncia che a Tarquinia l’acqua sorgiva finisce direttamente nelle fogne. Il presidente regionale di Fare Verde, Silvano Olmi, chiede di aprire un tavolo di confronto Regione-Provincia-Comuni-Talete-associazioni.

L’associazione ambientalista Fare Verde esprime apprezzamento per l’approvazione di un ordine del giorno, proposto dal consigliere regionale Enrico Panunzi, che impegna il presidente Zingaretti, la giunta regionale e l’assessore competente a mettere in atto una ridefinizione degli Ambiti Territoriali Ottimali, così come previsto dalla legge regionale numero 5 del 2014 e a programmare interventi e investimenti per la miscelazione delle acque al fine di eliminare l’esorbitante costo della dearsenificazione.

Silvano Olmi, presidente regionale di Fare Verde nel Lazio

Infatti, gli impianti di dearsenificazione, costano tantissimo agli utenti. “Nella Tuscia sono stati installati 86 impianti di potabilizzazione – dichiara il consigliere regionale Panunzi – che trattano mediamente una portata massima complessiva di 1,5 m3/s (1,5 volte la porta media necessaria sul territorio) e il loro esercizio determina un costo annuo per energia elettrica, reagenti, materiali filtranti, personale, manutenzioni e smaltimenti, ben superiori ai 10 milioni di euro all’anno. Con la stessa spesa, in un arco temporale breve, 10 anni, si potrebbero realizzare soluzioni acquedottistiche integrate e attuare un programma di riduzione perdite, capaci di assicurare una fornitura idrica di qualità per una pari portata di circa 1,5 m3/s.”

Fare Verde, dal canto suo, va oltre la miscelazione, torna a denunciare la mancata ricerca di nuove fonti d’acqua prive di arsenico sul territorio della Tuscia e chiede l’istituzione di un tavolo di confronto tra Enti Locali, Talete e associazioni.

“Se la Regione Lazio vuole veramente investire nelle risorse idriche – commenta Silvano Olmi, presidente regionale di Fare Verde – oltre alla miscelazione delle acque deve ricercare nuove fonti prive di arsenico nel territorio della Tuscia.

Il depuratore che serve i Comuni del lago di Bolsena

Eclatante è quanto accade a Tarquinia, in località Orti di Bruschi – Madonna dell’Olivo, dove ogni giorno centinaia di litri d’acqua sgorgano dal terreno e finiscono direttamente nelle fognature. Altre fonti d’acqua priva di arsenico andrebbero ricercate, sempre nel territorio tarquiniese, nelle località Orsetto, Gabelletta e Fontana Nova.

Infine – prosegue Olmi – occorre un tavolo di confronto tra Enti Locali, Società Talete e Associazioni, per affrontare i problemi del servizio idrico, come la sostituzione delle condutture degli acquedotti, che perdono il 40% dell’acqua lungo il percorso; il completamento dei lavori al depuratore del Lago di Bolsena; e la realizzazione per tutti i comuni della Tuscia di impianti idonei al trattamento delle acque reflue.” 

L’acqua che si disperde nel terreno in località Orti di Bruschi – Madonna dell’Olivo
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