“L’archivio storico delle Saline di Tarquinia: una miniera di informazioni ancora inesplorate.” Questo il titolo dell’interessante convegno che si terrà sabato 6 ottobre, alle ore 17.30, nella sala del consiglio comunale. Ad organizzarlo il Comune di Tarquinia, in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio e la Società Tarquiniense d’Arte e Storia. La
“L’archivio storico delle Saline di Tarquinia: una miniera di informazioni ancora inesplorate.” Questo il titolo dell’interessante convegno che si terrà sabato 6 ottobre, alle ore 17.30, nella sala del consiglio comunale.
Ad organizzarlo il Comune di Tarquinia, in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio e la Società Tarquiniense d’Arte e Storia. La presentazione sarà curata da Monica Grossi, soprintendente archivistico e bibliografico del Lazio e da Donato Tamblè, docente di archivistica.
L’inventario è stato curato da Beatrice Fochetti e la schedatura dei documenti è stata effettuata da Francesco Fochetti, mentre il coordinamento scientifico è stato curato da Maria Emanuela Marinelli.
A fare gli onori di casa, sabato pomeriggio, sarà la presidente della Stas Alessandra Sileoni.
Quella dell’archivio storico delle Saline è una vicenda interessante. Infatti, nel complesso produttivo del sale, trasformato nel frattempo in oasi naturale, venne concentrata e conservata tutta la documentazione relativa all’attività pregressa, in attesa degli interventi di ordinamento che oggi vedono finalmente la loro realizzazione.
Oltre ai normali carteggi di carattere giuridico-amministrativo, di estremo interesse sono i disegni e i progetti relativi alla costruzione e manutenzione del complesso sistema delle vasche evaporanti e di accumulo e quelli relativi alla progettazione e costruzione degli immobili che compongono il borgo insediativo delle Saline, tra cui quelli relativi al restauro e arredo della piccola ma suggestiva chiesa.
Nel fondo archivistico si rinvengono anche gli schemi e i progetti delle macchine utilizzate per l’estrazione, lavorazione e confezionamento dei sali, le osservazioni e misurazioni di carattere ambientale e meteorologico, la commercializzazione e i rapporti con gli stabilimenti di distribuzione.
Nelle carte è testimoniata la vita di generazioni di famiglie che vissero grazie al lavoro del sale e della prosperità che le Saline contribuirono a dare alla comunità di Tarquinia.
La preziosità e unicità di esse è altresì accresciuta dal fatto che, ad oggi, fra tutte le ex saline appartenute al Demanio dello Stato, quello di Tarquinia risulta essere l’unico archivio del genere perfettamente riordinato e consultabile.
Gli storici potranno così accedere a una ulteriore e preziosissima fonte di informazioni, che in virtù del tipo di testimonianza, oltrepassa l’interesse locale e si inserisce nell’ambito degli studi di storia economica nel panorama dell’economia globale.
Un passo avanti, in attesa che tutto il Borgo passi in proprietà al Comune di Tarquinia e torni ad essere un fiore all’occhiello per la nostra bella città.
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