La Società Tarquiniense d’Arte e Storia, sabato 22 agosto 2020, alle ore 18.30, presso l’Auditorium San Pancrazio, in Via delle Torri n. 15, a Tarquinia, inaugura la mostra “ITALIA: UNA GENERAZIONE” a cura di Flaminio Gualdoni, storico e critico dell’arte, vincitore nel 2018 del “Premio Città di Tarquinia Luciano Marziano”. Il premio, dedicato al critico
La Società Tarquiniense d’Arte e Storia, sabato 22 agosto 2020, alle ore 18.30, presso l’Auditorium San Pancrazio, in Via delle Torri n. 15, a Tarquinia, inaugura la mostra “ITALIA: UNA GENERAZIONE” a cura di Flaminio Gualdoni, storico e critico dell’arte, vincitore nel 2018 del “Premio Città di Tarquinia Luciano Marziano”.
Il premio, dedicato al critico Luciano Marziano, figura nodale per la città di Tarquinia e fra le più autorevoli nel campo della produzione ceramica, destinato a eccellenti personalità della critica e della storia dell’arte distintesi nella curatela di rilevanti eventi espositivi e per la loro produzione bibliografico/scientifica con riferimento alla ricerca sulla scultura ceramica, vede oggi, grazie al lavoro di Flaminio Gualdoni, il suo concretizzarsi in una mostra dal carattere unico e originale.
Seconda fase del Premio Città di Tarquinia, “ITALIA: UNA GENERAZIONE” rappresenta la cornice del secondo Premio Città Di Tarquinia per la scultura ceramica dedicato a “Vasco Palombini” e indirizzato a eccellenti personalità artistiche nel campo della scultura ceramica, oltre che alla miglior opera in mostra che sarà assegnato nella giornata di sabato 5 settembre 2020.
“ITALIA: UNA GENERAZIONE”
La mostra, che vede protagonisti gli artisti: Silvia Celeste Calcagno, Andrea Salvatori, Sissi, POL Paolo Polloniato e Nero/Alessandro Neretti rappresenta, secondo la visione di Flaminio Gualdoni, uno spaccato esemplare della pluralità di orientamenti e di scelte, della varietà degli “esperimenti difficili” e delle implicazioni profonde che questa generazione mostra nei confronti della ceramica. In tal senso, nell’opera dei cinque artisti si documentano quelle pratiche contemporanee dove al tasso specifico di formatività legato alla materia, si unisce una tensione concettuale pienamente rispondente all’attualità e che allo stesso tempo né subisce né rinuncia alla tradizione.
In un discorso critico, preciso e puntuale, che prende le mosse dalle iconiche figure di Arturo Martini, Lucio Fontana, Nanni Valentini, Leoncillo, Hans Coper, Lucie Rie, Peter Voulkos, Giuseppe Spagnulo, interessare alla ceramica e più in generale alla scultura, focalizzando l’attenzione sul decennio settanta, quale periodo di massima apertura ai confini, fino a quel momento, imposti dalle discipline, Gualdoni arriva ad affermare con decisione e un poco d’ironia: Siamo noi – noi, cioè “i maggior nostri”, gli storici dell’arte – che abbiamo inventato la vaccata delle “arti minori”, inutile superfetazione instupidita, e alla luce dei risultati dannosissima.
Nella terra in cui tutto parla dei Tirreni e delle nostre stesse radici culturali, appaiono quanto mai poetiche le decifrazioni del luogo costruite da Silvia Celeste Calcagno (Genova 1974), le estremizzazioni sui canoni della forma ceramica messe in opera da Andrea Salvatori (Faenza 1975), l’identificazione della materia come corpo altro nella flessione performativa suggerita da Sissi (Daniela Olivieri, Bologna 1977).
Ancora, qui trovano significato i continui esercizi sulla bella forma, concettuale, banale, utile e decorativa di POL Paolo Polloniato (Bassano del Grappa 1979) e, infine, le forme plastiche narranti semplicemente se stesse frutto della costruzione di luoghi e situazioni fondamentali di Nero/Alessandro Neretti (Faenza 1980).
Chiude “ITALIA: UNA GENERAZIONE” la citazione che Flaminio Gualdoni, nel testo critico che accompagna la mostra, dedica dell’artista Alfonso Leoni, classe 1941, morto nel 1980, indicandolo come colui che primo fece della ceramica la vera matter problematica del ragionare su forma, processo, materia e immagine.
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