Riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta dal Comandante del 187° Reggimento Paracadutisti “Folgore”, Colonnello Mauro Zandonadi, in occasione dell’81° anniversario del lancio sull’isola di Cefalonia. Il 30 aprile 1941 avvenne il primo lancio di guerra della Folgore. L’impresa, condotta dal Maggiore Zanninovich, Comandante del 2° battaglione “Tarquinia”, consentì a 75 paracadutisti di atterrare con i loro paracadute
Riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta dal Comandante del 187° Reggimento Paracadutisti “Folgore”, Colonnello Mauro Zandonadi, in occasione dell’81° anniversario del lancio sull’isola di Cefalonia.
Il 30 aprile 1941 avvenne il primo lancio di guerra della Folgore. L’impresa, condotta dal Maggiore Zanninovich, Comandante del 2° battaglione “Tarquinia”, consentì a 75 paracadutisti di atterrare con i loro paracadute sul suolo Greco. L’operazione ebbe successo e i militari greci si arrese senza spargimento di sangue.

Un evento di cui Tarquinia deve essere orgogliosa, perché il Battaglione porta il nome della nostra città e perché quegli EROI si addestrarono presso la Scuola Militare di Paracadutismo di Tarquinia, attiva dal 1940 al 1943.
Ecco il testo della lettera scritta dal Colonnelli Mauro Zandonadi, che conferma l’umanità sempre dimostrata dai nostri militari in tutti i fronti di guerra.
Il 30 aprile 1941, i Paracadutisti del II Battaglione decollarono alle ore 12.30 dall’aeroporto di Galatina
(LE), a bordo di velivoli SM/82 con destinazione Cefalonia, l’isola maggiore dell’arcipelago delle Ionie.
Lo scopo dell’operazione, pianificata e preparata nell’arco di poche ore, a seguito dell’armistizio tra Italia
e Grecia, fu l’occupazione di alcune posizioni di interesse strategico sul territorio greco, tra le quali l’isola
di Cefalonia rivestiva un ruolo chiave per il controllo del traffico marittimo nell’area del Golfo e del
Canale di Corinto, attraverso cui si accede al Mar Egeo senza circumnavigare il Peloponneso.
Alle 13.38 i Paracadutisti del II Battaglione si lanciarono sulla Zona Lancio “Kraneia”, e nel volgere di
poche ore il Tricolore sventolava sul campanile di Argostoli, capoluogo dell’isola.
Il giorno seguente, nuclei di Paracadutisti procedettero via mare all’occupazione delle vicine isole di
Zante ed Itaca, assumendo nell’arco di tre giorni il controllo dell’intero arcipelago.
L’azione militare, conclusa con successo e senza registrare perdite, lasciò ben presto il passo a un episodio di rara umanità. Sulle isole, la popolazione locale, stremata da settimane di privazioni per carenza di rifornimenti, viveva in condizioni talmente miserevoli da spingere il Comandante del II Battaglione, Maggiore Mario Zanninovich, a chiedere l’invio di derrate alimentari da distribuire, utilizzando a tale scopo le successive missioni aeree.
Pur trattandosi di una vicenda minore nel quadro generale del conflitto, tale impresa rivestì assoluta
importanza quale battesimo dell’aria per i Paracadutisti italiani, e costituì un fondamentale banco di
prova delle capacità operative della neonata specialità e della tempra di quei Paracadutisti le cui
innegabili doti vennero confermate e sublimate, di lì a breve, attraverso i numerosissimi atti eroici
compiuti ad El Alamein dai “Ragazzi della Folgore “.
Nel ricordare quegli eventi, è doveroso rivolgere il nostro riverente pensiero a tutti coloro che ne furono
protagonisti, scrivendo con il loro entusiasmo, la loro passione e il loro impareggiabile esempio, pagine di
storia della “Folgore”.
Consapevoli dell’altissimo onore di rappresentare quanti ci hanno preceduti sulla via del dovere e del
sacrificio, è per tutti noi un imperativo morale l’impegno ad operare al massimo delle nostre capacità quali degni continuatori di un passato tanto glorioso, con lo slancio, lo spirito di genuino ardimento e la ferrea determinazione che da sempre guidano i Paracadutisti nel porsi al servizio della Patria e di tutti gli
Italiani.
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