Gli aumenti ingiustificati di benzina e gasolio mettono in ginocchio gli agricoltori tarquiniesi. Come nel resto d’Italia, l’agricoltura è in gravissima crisi. E’ bastata la guerra in Ucraina per far schizzare i prezzi delle materie prime, con la benzina che è schizzata a più di due euro al litro. Una follia! Gli italiani varcano il
Gli aumenti ingiustificati di benzina e gasolio mettono in ginocchio gli agricoltori tarquiniesi.
Come nel resto d’Italia, l’agricoltura è in gravissima crisi. E’ bastata la guerra in Ucraina per far schizzare i prezzi delle materie prime, con la benzina che è schizzata a più di due euro al litro. Una follia!
Gli italiani varcano il confine e vanno a fare il pieno in Slovenia con diesel a 1670, mentre in Italia siamo a 2400. Oppure vanno Livigno, dove la benzina costa come qualche mese addietro. Una pazzia alla quale il Governo Draghi non riesce a mettere un freno.
Così gli agricoltori tarquiniesi hanno schierato i propri mezzi meccanici nell’area antistante la Cooperativa Pantano e rimarranno lì fino a giovedì mattina.
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“Ci siamo fermati per far capire un disagio che dopo le ultime due stagioni, già difficoltose, si sono ulteriormente accentuate da quattro mesi a questa parte – dicono gli agricoltori cornetani – aumenti del doppio quasi il triplo su nafta, concimi, elettricità, plastica cartoni trasporti ecc.
“Subiamo questi rincari – proseguono gli agricoltori – mentre sui nostri prodotti la Grande Distribuzione non riconosce nulla, mentre li vende con ricarichi del 60/90 per cento, specialmente nel settore Ortofrutta.
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Giovedì incontreremo i vertici della Coldiretti, CIA e Confagricoltura presentando delle proposte da sottoporre al ministro della agricoltura urgentemente – concludono – qui c’è in gioco il futuro di centinaia di aziende che da anni sono state il faro dell’agricoltura della Maremma.”
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