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Fare Verde chiede investimenti nella ricerca di nuove fonti d’acqua priva di arsenico

Fare Verde chiede investimenti nella ricerca di nuove fonti d’acqua priva di arsenico

La notizia della realizzazione di nuovi dearsenificatori nella Tuscia preoccupa l’associazione ambientalista Fare Verde, che chiede di investire i fondi pubblici nella ricerca di nuove fonti d’acqua priva di arsenico, nella sostituzione delle condutture e nei depuratori. L’annuncio degli investimenti pubblici nei dearsenificatori sarebbe stato dato da Roberta Lombardi, assessore alla transizione ecologica della regione

La notizia della realizzazione di nuovi dearsenificatori nella Tuscia preoccupa l’associazione ambientalista Fare Verde, che chiede di investire i fondi pubblici nella ricerca di nuove fonti d’acqua priva di arsenico, nella sostituzione delle condutture e nei depuratori.

L’annuncio degli investimenti pubblici nei dearsenificatori sarebbe stato dato da Roberta Lombardi, assessore alla transizione ecologica della regione Lazio, durante l’incontro on line svoltosi l’altra mattina con le organizzazioni sindacali regionali e territoriali di Cgil, Cisl e Uil.

L’ambientalista tarquiniese Silvano Olmi

“Se la Regione Lazio vuole veramente investire nelle risorse idriche – commenta Silvano Olmi, presidente regionale di Fare Verde – invece dei costosissimi impianti di dearsenificazione, sovvenzioni la ricerca di nuove fonti d’acqua priva di arsenico, da mescolare con quella attualmente in uso.

Ad esempio a Tarquinia, in località Orti di Bruschi, ogni giorno centinaia di litri d’acqua sgorgano dal terreno e finiscono nelle fognature. Altre fonti d’acqua priva di arsenico andrebbero ricercate, sempre nel territorio tarquiniese, nelle località Orsetto, Gabelletta e Fontana Nova.

L’acqua sgorga dal terreno in località Orti di Bruschi e finisce nelle fognature

Inoltre – prosegue Olmi – i soldi pubblici potrebbero essere utilizzati per sostituire le condutture degli acquedotti, che come dichiarato dal direttore generale della Talete, Alessandro Fraschetti, perdono il 40% dell’acqua lungo il percorso.

Infine – conclude Olmi – se si hanno veramente a cuore l’ambiente e la salute pubblica, le risorse vanno indirizzate nel completamento dei lavori al depuratore del Lago di Bolsena e per dotare tutti i comuni della Tuscia di impianti idonei al trattamento delle acque reflue.” 

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