Si è svolta questa mattina la cerimonia per commemorare il centenario dell’inaugurazione del Monumento ai Caduti posto nei giardini di viale Luigi Dasti, a Tarquinia. Un manifestazione organizzata dal Comune di Tarquinia, unitamente all’associazione nazionale Marinai d’Italia e l’Associazione Tarquinia Viva. Presenti delegazioni di varie associazioni combattentistiche e d’Arma Dopo la deposizione della corona d’alloro,
Si è svolta questa mattina la cerimonia per commemorare il centenario dell’inaugurazione del Monumento ai Caduti posto nei giardini di viale Luigi Dasti, a Tarquinia.

Un manifestazione organizzata dal Comune di Tarquinia, unitamente all’associazione nazionale Marinai d’Italia e l’Associazione Tarquinia Viva.
Presenti delegazioni di varie associazioni combattentistiche e d’Arma

Dopo la deposizione della corona d’alloro, c’è stata l’allocuzione del primo cittadino, Francesco Sposetti, che era accompagnato dall’assessore Sandro Celli, e quella di Maria Antonietta Valerioti, presidente di Tarquinia Viva.

Presente anche una delegazione dell’Università Agraria, composta dal Presidente Alberto Riglietti, il vice presidente Marcello Maneschi, l’assessore Claudia Rossi e il consigliere con delega alla Cultura Silvano Olmi.

A latere della manifestazione, è stato proprio Olmi a lanciare la proposta di intervenire con un restauro sulle statue in bronzo che troneggiano sul monumento.
Infatti, gli agenti atmosferici hanno avuto nei decenni effetto. In particolare risulta lesionata e “rattoppata” la mano del soldato che impugna il gladio.

Inoltre, il gruppo di figure, un soldato e due donne, originariamente aveva un altro aspetto.
Dopo le inique sanzioni che colpirono l’Italia, la nostra Nazione ebbe necessità di materie prime, e il gruppo bronzeo originario venne fuso. Nel 1971, grazie al Gruppo Marinai d’Italia di Tarquinia, le statue tornarono il 4 novembre ad ornare il monumento ai Caduti di tutte le guerre.
Il gruppo bronzeo riposizionato non era quello originario e grazie alla preziosa collezione di Roberto Gazzillo, presente alla cerimonia, possiamo mettere a confronto due immagini.


Si vedono chiaramente le differenze, a partire dall’elmo del soldato fino al volto delle donne e altri particolari. Inoltre, come ha fatto notare Gazzillo, il monumento originario era ornato con due candelieri e ornato con una corona d’alloro in bronzo. Quest’ultima, secondo alcune voci, è custodita in ufficio comunale.
Intervenire sul gruppo bronzeo non sarà facile. L’iter potrebbe richiedere anni e la cifra per il restauro considerevole. Ma con l’aiuto del Comune, dell’Università Agraria, dei Lions, delle associazione combattentistiche e d’arma, e dei cittadini, si potrebbe raggiungere l’obiettivo.


Staremo a vedere. Nel frattempo si potrebbero estirpare le erbacce, che spuntano dalla sommità del monumento, e cambiare le bandiere ormai sfilacciate. Potrebbe essere un buon inizio.
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