Torna, anche quest’anno, il capodanno in piazza Matteotti. In molti si chiedono: “ma ce n’era proprio bisogno?”. Il perché di questa domanda non è certamente riferita agli artisti, tutti di prim’ordine, ma alla bassa affluenza di pubblico. Andiamo con ordine. Questo evento fu creato molti anni fa dall’amministrazione comunale dell’epoca. Subito sui mezzi di comunicazione si scatenò una corsa a chi la sparava più grossa in termini di partecipazione popolare.

Qualche giornalista scrisse cifre iperboliche, che se vere avrebbero visto gli spettatori stare stretti come sardine o costretti a prendere sulle spalle qualche altro cittadino pur di entrare nella piazza antistante il palazzo comunale. Fotografie? Niente panoramiche della piazza, ovviamente. Qualche scatto, ma preso da vicino, curando al massimo di non far vedere che, a parte il gruppetto inquadrato, in piazza non c’erano moltissime altre persone.

Perché questo? Capiamo la volontà di certi scrivani cornetani di difendere scelte fatte da amici, oppure la volontà di salvaguardare a priori l’onore cittadino, ma a tutto c’è un limite. Soprattutto un limite dovuto al denaro, quello pubblico.

Comunque sia, il rito festaiolo del capodanno in piazza è continuato imperterrito per gli anni successivi. Normale, visto che chi lo aveva ideato non poteva ammettere l’errore. Certo, se errare è umano, perseverare è diabolico, e a questo evento deficitario in termine di partecipazione popolare si sarebbe dovuto porre fine prima.

Sono cambiate le amministrazioni, mutate le maggioranze, ma il capodanno in piazza è rimasto sempre lì, immutabile, eterno….