Apprendiamo senza alcuna sorpresa che il sindaco uscente Alessandro Giulivi, ricandidatosi, nonparteciperà al confronto pubblico con tutti gli altri candidati che, pare, abbiano già accettato adducendo, ironia, che “il contesto non è democratico ed equilibrato”.Tra tutti i modi di scappare, questo del sindaco uscente è decisamente il meno nobile. Perché il confrontopubblico è il sale
Apprendiamo senza alcuna sorpresa che il sindaco uscente Alessandro Giulivi, ricandidatosi, non
parteciperà al confronto pubblico con tutti gli altri candidati che, pare, abbiano già accettato adducendo, ironia, che “il contesto non è democratico ed equilibrato”.
Tra tutti i modi di scappare, questo del sindaco uscente è decisamente il meno nobile. Perché il confronto
pubblico è il sale della democrazia, è lo strumento principe per dare agli elettori tutti gli elementi per
decidere serenamente e in libertà il proprio sindaco. Non esiste un luogo deputato per tali confronti, a
meno che non lo si tema e si ricerchi luoghi addomesticati con “clak” pronte all’applauso e domande
compiacenti. Temo che per il sindaco uscente neanche casa sua possa assolvere a queste esigenze dato
l’odio e i conflitti aperti, praticamente con tutti in paese.

Quindi meglio non andare.
Parafrasando quel meraviglioso film di Moretti, ”Che dici mi si nota di più se vengo e mi metto in disparte
da una parte o se non vengo per niente?”
La sua assenza si noterà e molto, non si giustifica in nessuna maniera se non nel terrore di dover affrontare il giudizio delle persone e qualche critica per un operato discutibile.
Il contesto non è democratico ed equilibrato.
Semi di Pace dovrebbe essere per chiunque il contesto ideale per qualsiasi candidato a sindaco, ma per il
nostro è il ciglio nell’occhio. Forse perché, dopo aver preso e sottoscritto impegni precisi verso questa
associazione, alle passate amministrative e in un analogo confronto, l’associazione ha come unico scopo di vita di prendersi cura in tutti i modi possibili degli altri.
Li ha disattesi e ha iniziato una campagna discriminatoria nei loro confronti ostacolando di fatto ogni loro
iniziativa?
La verità è un esercizio della dialettica ma spesso sfugge, come le bugie, al controllo di chi ne fa un uso
sbagliato.
Per quanto riguarda poi il paragrafo circa gli immobili confiscati alla mafia, vogliamo ricordare che, dopo anni di inerzia, non è stato nemmeno in grado di fare un regolamento ad hoc e sull’immobile di via San Martino il silenzio è tombale.
Noi di AVS, nonostante appoggiamo convintamente la candidatura di Francesco Sposetti, andremo ed
applaudiremo tutte le proposte convincenti, anche quelle fatte dagli altri, meno che le sue, per i motivi di
cui sopra.
Lascia un commento
L'email non sarà resa pubblica. I campi * sono obbligatori