Il corso serale di istruzione per gli adulti perde la classe quarta e rischia di chiudere, alla faccia del tanto sbandierato “diritto allo studio” e alla cultura diffusa. Solo parole, tante chiacchiere che si scontrano con i fatti. La cancellazione della quarta classe (solo la quinta è stata mantenuta quest’anno) è avvenuta nonostante ci fossero
Il corso serale di istruzione per gli adulti perde la classe quarta e rischia di chiudere, alla faccia del tanto sbandierato “diritto allo studio” e alla cultura diffusa. Solo parole, tante chiacchiere che si scontrano con i fatti. La cancellazione della quarta classe (solo la quinta è stata mantenuta quest’anno) è avvenuta nonostante ci fossero già 20 iscritti. Cittadini che vogliono frequentare la scuola, perché pagano le tasse e hanno DIRITTO a studiare e conseguire il tanto agognato diploma in una scuola PUBBLICA.
La mancata conferma della classe quarta del corso serale per adulti sarebbe passata sotto silenzio, se non se ne fosse accorto Silvano Olmi, già assessore comunale alla pubblica istruzione ( e non delegato, come erroneamente scritto da un quotidiano locale) , che 15 anni fa si impegnò per far istituire questo corso per lavoratori presso l’Istituto d’istruzione secondaria superiore “Vincenzo Cardarelli” di Tarquinia.
“Sono sconcertato – dichiara Silvano Olmi – il corso serale riscuote da sempre una grande partecipazione di studenti. Il notevole afflusso ha consentito l’anno scorso la formazione di due classi, un quarto e un quinto, dell’indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing, quello che una volta era il diploma di ragioneria.
Proprio adesso che si poteva potenziare l’offerta formativa per gli adulti, è arrivata la doccia fredda della eliminazione della classe quarta. Una porta sbattuta in faccia ai venti alunni che si sono già iscritti, il diritto allo studio che va a farsi benedire e altri studenti che saranno costretti a rivolgersi a istituti privati per diplomarsi.
La scomparsa di una classe vuole dire anche posti di lavoro in meno per i professori – prosegue Olmi – alcuni dei quali saranno costretti a trasferte in istituti d’istruzione di altre città per completare le ore d’insegnamento previste per legge.
Ho saputo che l’ufficio scolastico avrebbe chiesto di tagliare sei classi nella provincia di Viterbo – conclude Olmi – spero che non sia vero e che comunque ci sia un ripensamento. Invito le forze politiche locali e i sindacati della scuola alla mobilitazione.”
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