Pensavamo di averci fatto “il callo”, tante sono state le prese di posizione dell’amministrazione comunale che non hanno convinto i cittadini e i consiglieri di opposizione. Ma l’ordinanza sindacale del 30 dicembre scorso ha lasciato parecchia gente esterrefatta e soprattutto “a bocca asciutta”. Stiamo parlando dell’ordinanza sindacale n.25 del 30 dicembre 2019, pubblicata nella stessa
Pensavamo di averci fatto “il callo”, tante sono state le prese di posizione dell’amministrazione comunale che non hanno convinto i cittadini e i consiglieri di opposizione. Ma l’ordinanza sindacale del 30 dicembre scorso ha lasciato parecchia gente esterrefatta e soprattutto “a bocca asciutta”.
Stiamo parlando dell’ordinanza sindacale n.25 del 30 dicembre 2019, pubblicata nella stessa data sull’albo del Comune, dal titolo “Misure di prevenzione per la sicurezza e la incolumità pubblica per gli eventi organizzati per i festeggiamenti del Capodanno 2020.”
Il documento conteneva una serie di divieti sul territorio comunale, per il periodo 31 dicembre 2019– 1 gennaio 2020. Sul divieto di non far esplodere botti e petardi e di utilizzare gli spray al peperoncino, tutti erano perfettamente concordi.
Sull’altro divieto un poco meno. In pratica il Comune vietava ai titolari degli esercizi pubblici, commerciali alimentari di vendita al dettaglio, e ai titolari di distributori automatici di bevande, di vendere per asporto, dalle ore 14,00 del giorno 31 dicembre 2019, alle ore 08,00 del giorno 1 gennaio 2020, “bevande di qualunque gradazione contenute in bottiglie di vetro o altri contenitori che possano costituire pericolo per la pubblica incolumità”. Inoltre, si vietava a chiunque, di consumare in luoghi aperti, alcolici di qualunque gradazione, contenuti in bottiglie di vetro o altri contenitori, sempre a tutela della pubblica incolumità.
L’ordinanza, non sufficientemente pubblicizzata e emanata solo il 30 dicembre, è calata sul fine d’anno tarquiniese come un fulmine a ciel sereno, una sorpresa amara che ha lasciato in tanti “a bocca asciutta”. E sì, perché i cittadini che si sono recati nel pomeriggio del 31 dicembre a fare acquisti, si sono visti negare la vendita delle bottiglie di spumante e di alcolici in generale.
Si è assistito a scene “comiche”, con commessi che inseguivano i clienti togliendo dai carrelli della spesa le bevande alcoliche e cassiere sconsolate che invitavano i compratori e riportare negli scaffali le bottiglie di spumante e di vino. A questo servizio negato, si è aggiunto il mancato incasso per gli esercizi commerciali al dettaglio e della grande distribuzione.
Non sarebbe stato meglio vietare l’introduzione di bevande in bottiglia nei luoghi pubblici, piazze e locali, dove si svolgevano feste e intrattenimenti danzanti, demandando agli organizzatori e alle forze dell’ordine il rispetto dell’ordinanza giunta in extremis a rendere ancora più triste il capodanno dei tarquiniesi?
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