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SE NE E’ ANDATO L’ULTIMO ETRUSCO DI TARQUINIA

SE NE E’ ANDATO L’ULTIMO ETRUSCO DI TARQUINIA

Con Omero Bordo se ne va un pezzetto di storia di Tarquinia. I funerali si svolgeranno stamattina, alle 11, nel Duomo. “L’ultimo etrusco” , “il re del coccio”, “il maestro”, questi i tanti soprannomi che la stampa e la gente della sua città gli avevano messo. Omero è stato un personaggio sempre sopra le righe,

Con Omero Bordo se ne va un pezzetto di storia di Tarquinia. I funerali si svolgeranno stamattina, alle 11, nel Duomo. “L’ultimo etrusco” , “il re del coccio”, “il maestro”, questi i tanti soprannomi che la stampa e la gente della sua città gli avevano messo.

Omero Bordo con una delle figlie

Omero è stato un personaggio sempre sopra le righe, appariva spesso in televisione raccontando i suoi trascorsi da “tombarolo”, le tecniche usate per realizzare tanti vasi etruschi, falsi ma così belli da apparire veri.

Raccontava le sue gesta e creava, con quell’aria da Jean Gabin di provincia, un alone di mistero attorno a sé. Amico di tanti personaggi del mondo dello spettacolo e della televisione, ai quali regalava le sue creazioni, sapeva catalizzare l’attenzione dei media. Ricordiamo una sua apparizione il televisione, quando raccontò di essere stato legato a un albero dal padre per punizione e durante la notte gli erano apparsi gli etruschi che avevano spiegato il metodo per realizzare i suoi vasi.

Era famoso in tutto il mondo, e questa sua fama, lo si voglia o no, ricadeva benefica anche su Tarquinia. Aveva capito che la celebrità doveva conquistarsela giorno dopo giorno, stando sempre sopra le righe, facendosi invitare alle manifestazioni e in tv. Rimase famosa una delle fotografie scattate in occasione dell’anno dell’etrusco, quando scese dalle scale del palazzo comunale a fianco dell’allora Sindaco Roberto Meraviglia e di Giulio Andreotti.

Con lui se ne va un mondo, quello dei “tombaroli”, personaggi troppo mitizzati, ma la cui esistenza è servita in parte a creare quell’alone di mistero che ancora accompagna la civiltà e il mondo degli etruschi.

Lo vogliamo ricordare con episodio di tanti anni fa, ispirato alla famosa “beffa di Modigliani” architettata a Livorno da alcuni ragazzi. Erano in corso a Tarquinia gli scavi per il rifacimento delle condotte fognarie davanti al palazzo comunale e venne alla luce una fabbrica – deposito di vasellame medievale. Omero, da vero buontempone ma con un occhio sempre diretto alla notorietà, invitò un giovane amico, all’epoca consigliere comunale di opposizione, a organizzare uno scherzo.

Alcune delle creazioni di Omero Bordo

“Ho un cofanetto di nenfro – disse Omero – ci dipingo sopra delle scene etrusche, andiamo nottetempo e lo seppelliamo. Prima ci facciamo delle fotografie. La mattina dopo arrivano gli archeologi, scoprono il cofanetto, avvisano la stampa e la cosa ha un grande risalto sulle televisioni. Allora sbuchiamo fuori noi, mostriamo le fotografie e il gioco è fatto.”

Il giovane amico non se la sentì di architettare questa beffa che sarebbe passata alla storia e non se ne fece niente. Forse è stato meglio così. Riposa in pace, caro Omero, e sulla barca di Caronte raggiungi i nostri amici  etruschi dell’aldilà.

 

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