Prosegue, con diverse tappe in tutta la provincia, la manifestazione”Se mi chiudi non mi chiedi” , organizzata dal partito politico di “Fratelli d’Italia”. Dopo la prima iniziativa davanti Palazzo Chigi, cui hanno fatto seguito molte altre nel resto d’Italia, tra le quali Viterbo, Fratelli d’Italia torna di nuovo in piazza per chiedere, a gran voce,
Prosegue, con diverse tappe in tutta la provincia, la manifestazione”Se mi chiudi non mi chiedi” , organizzata dal partito politico di “Fratelli d’Italia”.
Dopo la prima iniziativa davanti Palazzo Chigi, cui hanno fatto seguito molte altre nel resto d’Italia, tra le quali Viterbo, Fratelli d’Italia torna di nuovo in piazza per chiedere, a gran voce, interventi concreti a sostegno delle aziende.
Venerdì 16 aprile, dalle 16, i militanti del partito di Giorgia Meloni saranno in Piazza Cavour a Tarquinia – annuncia Vincenzo Fini, responsabile organizzazione del partito – abbiamo coordinato questi sit-in per esprimere un segnale evidente di vicinanza e solidarietà alle migliaia di imprenditori per il grave periodo di crisi in corso.”
“In questa fase di pandemia – aggiunge il coordinatore provinciale Massimo Giampieri – i dati Istat sono terrificanti. Un milione di persone circa hanno perso il posto di lavoro, mentre oltre 300 mila imprese sono state costrette a chiudere i battenti.
Di fronte ad una simile ecatombe, il Governo, anziché adottare misure reali di supporto, continua ad inviare, come se nulla fosse successo, esose cartelle esattoriali, costringendo alla fame migliaia di imprenditori che da oltre un anno non lavorano e dunque hanno profitti notevolmente ridotti.
La categorie più colpite sono quelle costrette a chiudere per mettere in sicurezza tutti gli altri: è inaccettabile che vengano richiesti, sempre agli stessi settori, anche ulteriori esborsi economici.
Il Governo si affretti al posto dei pannicelli caldi, a mettere in atto misure concrete – conclude Giampieri – altrimenti, dopo la crisi sanitaria, saremo costretti a subire gli effetti, ben più devastanti, della crisi economica.”
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