Lo stupro come arma di guerra. Si parlerà di questo orrore sabato 26 gennaio 2019, alle 17, nella sala del consiglio comunale di Tarquinia (VT), durante la presentazione del libro dal titolo “Non solo la Ciociara”. Il volume, pubblicato dalle Edizioni Fergen e scritto dal giornalista e ricercatore storico tarquiniese Silvano Olmi, narra gli stupri
Lo stupro come arma di guerra. Si parlerà di questo orrore sabato 26 gennaio 2019, alle 17, nella sala del consiglio comunale di Tarquinia (VT), durante la presentazione del libro dal titolo “Non solo la Ciociara”.
Il volume, pubblicato dalle Edizioni Fergen e scritto dal giornalista e ricercatore storico tarquiniese Silvano Olmi, narra gli stupri e le violenze, le cosiddette “marocchinate”, compiute in Italia nel 1943-1944 soprattutto dalle truppe coloniali inquadrate nell’esercito francese.
La presentazione è organizzata in collaborazione con la Società Tarquiniense d’Arte e Storia e l’Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia e ha il patrocinio del Comune di Tarquinia. Oltre all’autore, interverranno il presidente della Stas Alessandra Sileoni; il dirigente nazionale dell’Ansi Alviero Arezzini; il giornalista e scrittore Emanuele Ricucci.
“Ho scritto questo libro per ridare dignità alle donne italiane vittime degli stupri di guerra – dice Silvano Olmi, che recentemente è stato nominato socio onorario dell’associazione nazionale vittime delle marocchinate – un triste fenomeno che colpì la Ciociaria, ma anche la provincia di Latina, la Sicilia e la Campania, la provincia di Viterbo e, in Toscana, soprattutto le province di Siena e di Livorno, l’Isola d’Elba e parte del grossetano e dell’Amiata. Nella Tuscia i soldati alleati uccisero due donne, due uomini e un bambino di sette anni.”
Nel viterbese furono compiuti almeno una settantina di stupri – conclude Silvano Olmi,– la più giovane aveva 12 anni, la più anziana 70. I coloniali marocchini, algerini, tunisini e senegalesi, inquadrati nel corpo di spedizione francese in Italia, aggredivano sessualmente donne di tutte le età e in non pochi casi anche uomini e ragazzi. Compirono le loro efferatezze anche a Tarquinia.”
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