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Sabato il corteo per l’ospedale, meglio tardi che mai

Sabato il corteo per l’ospedale, meglio tardi che mai

Un corteo organizzato da un movimento civico in difesa dell’ospedale di Tarquinia. L’appuntamento è alle 10 di sabato, in piazza Matteotti, davanti al palazzo comunale. Da lì il corteo muoverà verso il vecchio nosocomio (il 28 ottobre di quest’anno compie 90 anni di vita) attraversando la nostra bella città. No alle bandiere di partito, ma

Un corteo organizzato da un movimento civico in difesa dell’ospedale di Tarquinia. L’appuntamento è alle 10 di sabato, in piazza Matteotti, davanti al palazzo comunale. Da lì il corteo muoverà verso il vecchio nosocomio (il 28 ottobre di quest’anno compie 90 anni di vita) attraversando la nostra bella città. No alle bandiere di partito, ma sì a striscioni e slogan.

“Meglio tardi che mai”, recita un vecchio adagio.

Non vogliamo fare polemiche, ma una domanda sorge spontanea: dove erano i “civici” quando il presidente della Regione Zingaretti, del PD, chiudeva gli ospedali della Tuscia e li trasformava in “case della salute”?

La lapide che ricorda l’inaugurazione dell’ospedale di Tarquinia

E dove erano quando scoppiava lo scandalo delle mascherine durante l’emergenza Covid?

E potremmo proseguire con tanti altri esempi. Comunque, con Zingaretti traslato in Parlamento, e il nuovo presidente della Regione, Francesco Rocca del centro destra, che non si è ancora messo seduto, si organizza un corteo (a Tarquinia non se ne vedeva uno da anni) in difesa dell’ospedale. Bene, noi ci saremo.

Ma non possiamo fare a meno di rammentare alcuni episodi. Ancora ci ricordiamo quando, decenni fa, venne organizzato un semplice consiglio comunale straordinario per difendere l’ospedale. Un poveretto, al passaggio dell’autovettura che con l’altoparlante (non c’erano i social) invitava a partecipare all’assemblea, gridò: “Chiudetelo!”. Quel grido ancora ci risuona nelle orecchie. Fu un grido sguaiato, lanciato da uno senza cervello.

L’autoemoteca dell’Avis provinciale in sosta nel piazzale dell’ospedale di Tarquinia

E ci torna in mente l’improvvisa chiusura della mensa dell’ospedale, a distanza di pochi mesi dalla sua completa ristrutturazione. Uno spreco di soldi pubblici compiuto da un manager nominato dal centro sinistra. E non dimentichiamo il luglio del 2015, quando venne chiuso il centro prelievi dell’Avis, perché non a norma. Nonostante gli sforzi dei donatori di sangue, che hanno ristrutturato a loro spese i locali, ancora non è stato riaperto e i donatori devono utilizzare l’autoemoteca che ogni tanto viene a Tarquinia. Una situazione vergognosa, che in molti fanno finta di non vedere.

Ricordare questi episodi serve. Siamo certi che sabato mattina il corteo sarà molto partecipato e gli organizzatori non mancheranno di ricordare anche queste storie.

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