L’ex presidente del Parco dei Nebrodi è stato vittima di un attentato di stampo mafioso, ma la Commissione antimafia della regione Sicilia ha messo in dubbio questa versione. Era la notte del 17 maggio 2016 quando Giuseppe Antoci, allora presidente del Parco dei Nebrodi, scampò ad un agguato da parte di un gruppo di uomini
L’ex presidente del Parco dei Nebrodi è stato vittima di un attentato di stampo mafioso, ma la Commissione antimafia della regione Sicilia ha messo in dubbio questa versione. Era la notte del 17 maggio 2016 quando Giuseppe Antoci, allora presidente del Parco dei Nebrodi, scampò ad un agguato da parte di un gruppo di uomini armati grazie all’intervento della sua scorta.
Tra i poliziotti eroi che lo salvarono dal fuoco dei mafiosi, c’era il vicequestore Daniele Manganaro, che oggi dirige il commissariato della Polizia di Stato di Tarquinia.
Sia Antoci e di riflesso l’eroico Manganaro, sono stati vittima forse di un “mascariamento”, di una presunta macchina del fango, come ha denunziato Gaetano Pecoraro, inviato delle “Iene” che stasera ha mandato in onda un servizio sulla vicenda.
In particolare, ha suscitato alcune perplessità il suo incontro con Claudio Fava, figlio di un giornalista ucciso dalla criminalità organizzata e presidente della commissione regionale antimafia. Ne è scaturita una polemica. Fava ha denunciato “un’aggressione verbale”, Pecoraro ha risposto mandando in onda stasera il servizio realizzato per la trasmissione “Le Iene”.
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