Dopo i sei casi di martedì scorso, sono state scoperte altre sette persone infettate dal Covid-19. E così la ASL ha disposto la chiusura temporanea dell’ospedale di Tarquinia e ieri ha effettuato la sanificazione di tutto il plesso. I nuovi postivi al virus sono due medici e sette infermieri, due pazienti e due parenti di
Dopo i sei casi di martedì scorso, sono state scoperte altre sette persone infettate dal Covid-19. E così la ASL ha disposto la chiusura temporanea dell’ospedale di Tarquinia e ieri ha effettuato la sanificazione di tutto il plesso.
I nuovi postivi al virus sono due medici e sette infermieri, due pazienti e due parenti di ricoverati. Di fronte a questo numero di “infettati”, la ASL ha disposto la chiusura per cinque giorni del nosocomio e la pulizia accurata dell’intero edificio.
E’ in funzione in Pronto Soccorso per le urgenze, con radiologia e laboratorio analisi. Ovviamente sono sospesi tutti i ricoveri che, in caso di urgenza, saranno dirottati in altri ospedali della provincia. I degenti attualmente ricoverati nell’ospedale di Tarquinia rimangono nel nosocomio in attesa di dimissione, ovviamente tutelati e controllati adeguatamente.
Tutto il personale ospedaliero è stato posto in “isolamento fiduciario casa-lavoro”. Quindi non può recarsi in nessun altro luogo se non nel tragitto casa -lavoro, lavoro-casa. L’emergenza durerà cinque giorni. Nel frattempo tutto il personale sanitario è stato sottoposto a tampone e NESSUNO è risultato positivo.
Una bella notizia che fa ben sperare nel pieno ritorno alla normale attività dell’ospedale tarquiniese, costruito nel 1933 grazie all’interessamento del Podestà dell’epoca, quel Moretti Testasecca che tanto bene fece alla nostra città durante il ventennio fascista.
Intanto la Asl di Viterbo, prosegue i controlli nelle case di riposo e nelle Rsa presenti sul territorio. In particolare, alla Rsa di Acquapendente e di Nepi tutti i tamponi sono risultati negativi. Il controllo nelle case di riposo e nelle Rsa si è reso necessario al fine di evitare nuovi contagi.
Diversi comuni sono diventati zona rossa per problemi all’interno di queste strutture. Quindi, al fine di evitare che la situazione si aggravi, le verifiche sono state aumentate e rese più intense, a tutela dei lavoratori e degli ospiti delle Rsa.
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