Leggendo in questi giorni, sui quotidiani locali e nazionali, della feroce polemica tra Vittorio Sgarbi, noto critico d’arte e neo sindaco di Sutri, e la sua (ex) maggioranza, abbiamo pensato subito che Tarquinia l’ha scampata bella. Infatti, come in molti ricorderanno, il Vittorio nazionale l’anno scorso fu proposto per la carica di assessore alla cultura
Leggendo in questi giorni, sui quotidiani locali e nazionali, della feroce polemica tra Vittorio Sgarbi, noto critico d’arte e neo sindaco di Sutri, e la sua (ex) maggioranza, abbiamo pensato subito che Tarquinia l’ha scampata bella. Infatti, come in molti ricorderanno, il Vittorio nazionale l’anno scorso fu proposto per la carica di assessore alla cultura da un candidato a Sindaco.
Ricordiamo le alate invocazioni di alcuni personaggi tarquiniesi, ammalati di esterofilia, che caldeggiarono la venuta del messia culturale, l’unico in grado, secondo loro, di rianimare la nostra bella Tarquinia. E il messia venne durante la campagna elettorale, accolto da un centinaio di fans e curiosi, in una sala affollata e accaldata, dove dall’alto della sua indubbia preparazione indottrinò la platea adorante.
Peccato che nello stesso periodo, il Vittorio nazionale avesse dato la propria disponibilità a ricoprire l’incarico assessorile anche in altre cittadine. Niente di male, intendiamoci, Sgarbi è persona di grande spessore e quindi richiestissimo. Inoltre, in molti poterono ammirarne le pubenda, mostrate durante la trasmissione televisiva “Le Iene”, mentre seduto sul water e intento a espletare bisogni corporali, parlava tranquillamente al telefono con un noto calciatore. Infine, ad alcuni tarquiniesi bastò digitare il suo nome per ricostruire alcuni trascorsi politici di Sgarbi, dimessosi in passato varie volte da cariche amministrative.
Non sappiamo quale peso, in più o in meno, ebbe Vittorio Sgarbi nella scelta degli elettori tarquiniesi. Il candidato Sindaco che lo aveva proposto per l’assessorato non vinse il ballottaggio. La città si schierò compatta con Pietro Mencarini e il sogno vittoriano tramontò con il suo ideatore.
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