Il nubifragio che si è abbattuto su Tarquinia e il litorale sembra terminare, ma rimangono i danni all’ambiente, alle attività turistiche e agricole, alla città, provocati da tre giorni di pioggia a tratti battente. Il litorale è stato colpito duramente, con danni agli stabilimenti balneari. A pesare sembra sia stata l’assenza delle dune di sabbia
Il nubifragio che si è abbattuto su Tarquinia e il litorale sembra terminare, ma rimangono i danni all’ambiente, alle attività turistiche e agricole, alla città, provocati da tre giorni di pioggia a tratti battente.
Il litorale è stato colpito duramente, con danni agli stabilimenti balneari. A pesare sembra sia stata l’assenza delle dune di sabbia che i gestori degli stabilimenti innalzavano a fine stagione proprio per creare un argine contro le onde marine. A vietarle il Comune di Tarquinia, in base a una legge regionale del 2016. Gli operatori turistici così non hanno potuto fare nulla e l’acqua del mare è arrivata quasi a ridosso delle strutture ricettive.
A essere danneggiate anche le attività agricole. I danni sono stati gravissimi, con terreni finiti letteralmente sotto acqua e i campi spazzati dall’acqua battente. Distrutte e riempite dal fango anche le strade rurali e di campagna.
Danni alle attività commerciali, perché per alcuni giorni, a causa della pioggia, molti consumatori sono rimasti a casa.
In tutto questo caos, da ammirare l’impegno delle donne e degli uomini della Protezione Civile hanno dovuto affrontare un super lavoro, pulendo strade e fossi dall’acqua e dai detriti trasportati dalla pioggia. Grande l’attività dell’Aeopc di Tarquinia, il cui personale è intervenuto tra l’altro alla stazione ferroviaria per svuotare dall’acqua piovana il sottopassaggio. (ne riferiamo in altro articolo)
Intanto, domani, lunedì 18 novembre, scuole chiuse e occhi rivolti al cielo, sperando che spiova definitivamente.
Il peggio è passato, rimangono i danni. Chi pagherà?
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