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IL PCI DI TARQUINIA ALL’ATTACCO SU SAN GIORGIO, PINETA E LOTTIZZAZIONI

IL PCI DI TARQUINIA ALL’ATTACCO SU SAN GIORGIO, PINETA E LOTTIZZAZIONI

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Partito Comunista Italiano. Abbiamo saputo che alla fine del mese di febbraio, presso la sede dell’Università Agraria di Tarquinia, si è svolto un incontro tra gli amministratori dell’Ente ed i responsabili della società Oasi San Giorgio s.r.l.s. titolare, quest’ultima, di una concessione sulla pineta dell’Università Agraria sita in

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Partito Comunista Italiano.

Abbiamo saputo che alla fine del mese di febbraio, presso la sede dell’Università Agraria di Tarquinia, si è svolto un incontro tra gli amministratori dell’Ente ed i responsabili della società Oasi San Giorgio s.r.l.s. titolare, quest’ultima, di una concessione sulla pineta dell’Università Agraria sita in località San Giorgio.

Prima di far sapere ai nostri concittadini i motivi e gli esiti della riunione anzidetta, vorremmo fare una breve storia su detta concessione. La concessione era stata assegnata alla predetta società nel mese di settembre del 2015 dall’allora amministrazione Antonelli, di cui il sottoscritto Caria faceva parte, a seguito di regolare bando di gara del 2014. La stessa prevedeva l’impegno ad ottenere tutti i permessi utili ai fini della realizzazione di un progetto di sistemazione e riqualificazione della medesima pineta, in un periodo di tempo di quattro anni, decorrenti dalla data di stipula della concessione, prorogabili di altri due, nel caso in cui nei precedenti quattro anni non si fossero ottenute tutte le autorizzazioni previste per la realizzazione del progetto presentato in fase di gara.

Nel 2018 l’Università Agraria inoltrava alla Regione Lazio la richiesta di sdemanializzazione della pineta e, a seguire, al Comune di Tarquinia una richiesta di variante puntuale al PRG vigente, sulla base delle documentazioni progettuali elaborate a cura e spese della società concessionaria Oasi San Giorgio.

La richiesta di sdemanializzazione fatta alla Regione Lazio è ancora in corso di perfezionamento, mentre per la richiesta di variante puntuale al PRG, il Comune, dopo le avvenute dimissioni del sindaco Mencarini, rispondeva nel 2019, tramite il Commissario Straordinario che era stato nominato nel frattempo ad amministrare la città, che, …“in merito a tale proposta demandava le valutazioni alla prossima amministrazione”, vale a dire quella attualmente in carica.

Ritornando alla riunione di fine febbraio sembrerebbe che, in tale occasione, gli amministratori dell’Università Agraria abbiano reso noto, tra l’altro sembra con toni e atteggiamenti non proprio conciliatori, l’intenzione di respingere la richiesta della proroga di due anni della concessione in oggetto. Si rammenta che la richiesta di proroga è motivata dal fatto che si è in attesa della risposta da parte degli organi competenti alle richieste di autorizzazione predette. Precisiamo che la concessione in oggetto è stata regolarmente sottoscritta dalle parti con atto pubblico notarile!

A questo punto una domanda ci viene spontanea: nel caso in cui la richiesta di proroga fosse formalmente rigettata da parte degli amministratori dell’Università Agraria e la società in oggetto, nel suo pieno diritto, dovesse pretendere i danni per il mancato rispetto dei termini previsti nella concessione … CHI PAGHERÀ?

E poi, perché su un progetto di sistemazione, riqualificazione e sviluppo turistico si opta per un drastico stop, soprattutto in una zona dove mancano attrezzature turistiche e il territorio è totalmente degradato a causa dell’abbandono avvenuto nel corso degli ultimi 50 anni?

Sempre per rimanere in tema di Università Agraria, la scorsa settimana abbiamo appreso da una testata giornalistica online che la Regione Lazio, Direzione Regionale Agricoltura, aveva espresso …“ parere favorevole riferito esclusivamente al regime giuridico dei terreni al fine di garantire l’interesse generale della collettività e la conservazione dei diritti civici“… in riferimento al piano di lottizzazione del Consorzio Lottisti San Giorgio, la medesima località in cui è ubicata la pineta dell’Università Agraria.

Ci chiederete … ma cosa c’entra il consorzio Lottisti con l’Università Agraria?
Ebbene, all’interno del consorzio Lottisti San Giorgio, delimitato dal PRG vigente, c’è una porzione di terreno di proprietà dell’Ente e che, pertanto, ne costituisce parte integrante a tutti gli effetti. Ora cosa è successo?
In tempi in cui imperversa il Covid-19 un terreno di proprietà dell’Ente viene stralciato, praticamente escluso dal Piano di Lottizzazione in oggetto con conseguente liberatoria per tutto il Piano di Lottizzazione. Perché escludere tale terreno dal Piano, quando bastava semplicemente chiederne la sdemanializzazione? Forse perché avrebbe bloccato l’iter approvativo di tutto il Piano per non si sa quanto tempo? Ad esempio, per la pineta in concessione all’Oasi San Giorgio, sono già trascorsi praticamente due anni senza che si sia ancora ottenuta risposta alla richiesta di sdemanializzazione.

Il comunista tarquiniese Luigi Caria

A questo punto altre domande ci vengono spontanee: il valore di un terreno ricompreso in un piano di lottizzazione ha lo stesso valore di un terreno agricolo? L’amministrazione dell’Università Agraria ne è a conoscenza, che cosa intende fare in merito a tale esclusione? L’amministrazione comunale cosa pensa di fare in merito all’estromissione di un terreno ricompreso da PRG in un piano attuativo e poi dallo stesso escluso senza ricorrere ad una probabile variante al PRG?

Sono decenni che nella nostra città piani di lottizzazione sono in attesa di approvazione da parte degli enti competenti ma, evidentemente, i cittadini non sono tutti uguali.

Giancarla Zinna, Segretaria sezione Tarquinia PCI
Luigi Caria, Segretario Provinciale del PCI

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