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Il mensile “Storia & Battaglie” pubblica un articolo del giornalista Silvano Olmi

Il mensile “Storia & Battaglie” pubblica un articolo del giornalista Silvano Olmi

Pubblicato dalla rivista mensile “Storia & Battaglie”, nel numero acquistabile in edicola, un articolo del tarquiniese Silvano Olmi. Il giornalista e ricercatore storico, narra le vicende di guerra di un pilota viterbese, Redento Muti, nato a Viterbo e deceduto nel 2015 a Siracusa, città dove ha svolto per tutta la vita la professione di ingegnere.

Pubblicato dalla rivista mensile “Storia & Battaglie”, nel numero acquistabile in edicola, un articolo del tarquiniese Silvano Olmi. Il giornalista e ricercatore storico, narra le vicende di guerra di un pilota viterbese, Redento Muti, nato a Viterbo e deceduto nel 2015 a Siracusa, città dove ha svolto per tutta la vita la professione di ingegnere.

“La ricerca è nata molti anni fa – racconta Silvano Olmi, esponente del Comitato 10 Febbraio – assieme all’amico Maurizio Federici abbiamo visionato documenti d’archivio e raccolto testimonianze. Alla fine abbiamo individuato 15 tra militari e civili, nati a Viterbo e nei comuni della provincia, che morirono di stenti e malattie nei campi di sterminio comunisti, fucilati dai titini dopo essersi arresi oppure infoibati.”

Tra i nominativi vagliati c’è anche quello di Redento Muti, un ufficiale dell’aeronautica, fatto prigioniero dai comunisti slavi e che ha rischiato la vita per tre volte. Non a caso l’articolo è intitolato “Il pilota che non doveva morire”.

“Lo rintraccio a Siracusa – racconta Olmi – città dove si trasferì nel dopoguerra per motivi di lavoro e mi racconta la sua storia piena di peripezie. Infatti, si salva per ben due volte dalla fucilazione e sfugge per miracolo alla morte nel gulag jugoslavo.

Quella di Redento è una storia incredibile – prosegue il giornalista – orfano di un pioniere dell’aeronautica, all’età di 6 anni perde anche la mamma, Maria Matteucci di Viterbo, e lui viene cresciuto dalla zia Rosina, sposata con un Garbini. Il giovane Redento studia in un collegio per i figli degli aviatori deceduti e nel 1941 entra all’accademia aeronautica, nel corso “Zodiaco”.

Silvano Olmi e Maurizio Federici, autori di importanti ricerche storiche

Mentre è degente in ospedale a Trieste, viene fatto prigioniero dagli slavi e portato in un campo di concentramento, dove le condizioni di vita sono terribili. Gli stenti e la fame riducono il suo peso corporeo a 42 chili. Scampato per miracolo alla morte nel gulag comunista, rientra a Viterbo il 28 ottobre 1945.  Nel 1952 Muti si sposa ad Amelia, in Umbria, con Maria Luisa Marano, studentessa a Viterbo. Dalla loro felice unione nascono due figli.

Ringrazio il collega Antonio Pannullo, direttore di Storia & Battaglie, e la redazione per aver pubblicato il mio articolo – conclude Silvano Olmi – invito tutti a comprare in edicola il mensile e a leggerlo.”

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