I rifiuti della Capitale potrebbero finire anche a Tarquinia. E’ quanto denuncia il quotidiano “Il Messaggero” nella sua versione web. Infatti, il Ministero della Difesa, presieduto dall’esponente del PD Lorenzo Guerini, avrebbe individuato dieci aree: tre, una delle quali a Castel Romano, nel territorio capitolino, le altre sette fuori tra Bracciano, Sant’Oreste, Rocca di Papa,
I rifiuti della Capitale potrebbero finire anche a Tarquinia. E’ quanto denuncia il quotidiano “Il Messaggero” nella sua versione web.
Infatti, il Ministero della Difesa, presieduto dall’esponente del PD Lorenzo Guerini, avrebbe individuato dieci aree: tre, una delle quali a Castel Romano, nel territorio capitolino, le altre sette fuori tra Bracciano, Sant’Oreste, Rocca di Papa, Tarquinia e Pomezia.
Martedì in Regione è prevista una riunione alla quale parteciperà l’amministratore unico di Ama, Stefano Zaghis, e i tecnici della Difesa e della Regione Lazio, per individuare le aree militari che accoglieranno i centri di trasferenza utili ad evitare a Roma una nuova emergenza rifiuti.
Il vertice di martedì sarà decisivo per individuare le aree militari dismesse dove trasferire i rifiuti raccolti in città prima di portarli negli impianti finali di trattamento. Non si tratta di discariche, ma di centri dove trasferire temporaneamente l’immondizia per poi portarla agli impianti quali discariche, centri di recupero, ecc. Ma il movimento dei camion sarà incessante e la puzza sarà assicurata.
Certo, di lavoro ce n’è da fare. Innanzitutto, è da trovare la modalità giuridica per cambiare destinazione ad aree, che se pur dismesse da anni, restano comunque militari. Ieri i Sindaci dei Comuni interessati hanno protestato. Ma il clima di “emergenza” che si è creato attorno alla questione rifiuti potrebbe far imporre dall’alto questa scellerata decisione.
Su Tarquinia ci sono due opzioni: alcune sezioni del poligono di Monte Romano, impianto che è ancora in attività e l’ex “Centro chimico”, che si trova lungo la strada Porto Clementino, vicino all’area artigianale, ma che andrebbe bonificato dall’amianto e dal materiale che potrebbe essere stato interrato abusivamente negli anni.
Certo, risuonano ancora nelle orecchie le giaculatorie delle opposizioni di centro sinistra, quando l’allora Sindaco Pietro Mencarini fu a un passo dall’acquisire al Comune, gratuitamente, l’ex-centro chimico, mettendo fine a qualsiasi ipotesi di “scippo”. Le proteste della minoranza furono talmente forti che l’amministrazione comunale di allora fu costretta a rinunciare.
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