E’ scomparsa improvvisamente, stroncata da un infarto, Fathia, da tanti anni ospite dell’AVAD. Venerdì mattina si era appena alzata dal letto e con l’aiuto di un’assistente si era sistemata sulla carrozzina elettrica che le consentiva di spostarsi all’interno della ex-colonia provinciale di Tarquinia Lido. Purtroppo ha avuto un malore. I presenti hanno tentato, inutilmente, di
E’ scomparsa improvvisamente, stroncata da un infarto, Fathia, da tanti anni ospite dell’AVAD.
Venerdì mattina si era appena alzata dal letto e con l’aiuto di un’assistente si era sistemata sulla carrozzina elettrica che le consentiva di spostarsi all’interno della ex-colonia provinciale di Tarquinia Lido. Purtroppo ha avuto un malore. I presenti hanno tentato, inutilmente, di rianimarla, ma non c’è stato niente da fare.
Fathia era nata in Libia 43 anni fa, e fin da subito i medici avevano capito che era affetta da una gravissima disabilità. Sembra che il padre fosse un alto esponente dell’esercito libico ai tempi della dittatura di Gheddafi e si mormora che avesse sempre rifiutato questa figlia affetta da un così grave handicap.
Giunta in Italia per essere assistita, era stata portata all’associazione volontari assistenza disabili per trascorrere un soggiorno estivo nel 1995 e lì era rimasta, accolta da Filiberto Bellucci, presidente e fondatore nel 1983 dell’AVAD, sodalizio nato proprio per aiutare soggetti con problemi motori e disagi sociali.
Recentemente Fathia, dopo la morte del padre, aveva riallacciato i rapporti con la madre e il fratello. Tutti la conoscevano a Tarquinia Lido e non solo. Si divertiva a creare dei bellissimi braccialetti che regalava.
Da alcuni anni era impegnata nel progetto “LavAbile”, creato dall’associazione ambientalista Fare Verde, un laboratorio per la realizzazione di sapone profumato al quale partecipavano gli ospiti dell’Avad.
Fathia lascerà un vuoto grandissimo tra chi l’ha conosciuta.
Ciao Fathia, salutaci Filiberto e Luigi!
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