“In riferimento a quanto il sindaco Giulivi ha detto sulla protezione civile comunale, mi sono sentito offeso nella mia dignità di volontario, dopo che per oltre dieci anni ho servito Tarquinia con le mie professionalità ed esperienze per tutelare i cittadini. Senza chiedere nulla in cambio. ” Inizia così lo sfogo di un volontario della
“In riferimento a quanto il sindaco Giulivi ha detto sulla protezione civile comunale, mi sono sentito offeso nella mia dignità di volontario, dopo che per oltre dieci anni ho servito Tarquinia con le mie professionalità ed esperienze per tutelare i cittadini. Senza chiedere nulla in cambio. ”
Inizia così lo sfogo di un volontario della Protezione Civile Comunale, Alberto Majani, amareggiato dopo aver letto le dichiarazioni del primo cittadino.
Ma andiamo con ordine. Ieri, il Sindaco Giulivi ha convocato una conferenza stampa, nella quale ha fatto alcune esternazioni e ha fatto vedere ai giornalisti i locali dell’ex-pomodorificio, in particolare la palazzina che un tempo ospitava gli uffici dello stabilimento per la trasformazione e l’inscatolamento del pomodoro. Dalle fotografie risaltano le condizioni in cui versa la struttura.
“Il sindaco ci accusa di cose che non sono di nostra competenza – prosegue Majani – se la nostra sede è pericolosa non dipende certo da noi volontari. Anzi, noi abbiamo tenuto puliti i locali a noi assegnati. Il resto dell’edificio non è certo di nostra competenza.
Abbiamo arredato noi le stanze, con alcuni mobili che abbiamo avuto in donazione da privati. Abbiamo tagliato l’erba e tenuta pulita l’area a noi assegnata. Non è certamente colpa nostra che il resto dell’edificio non sia stato curato adeguatamente. Poi è mancato il rapporto con l’amministrazione comunale attuale e con il Sindaco. Almeno con la Giunta Mencarini c’era l’assessore Roberto Benedetti, adesso niente, tutto tace. Nell’ultima riunione il Sindaco si è alzato e se ne è andato, senza ascoltare il nostro punto di vista.
Le fotografie pubblicate hanno creato un enorme fastidio tra i volontari della Protezione Civile Comunale. Siamo stati trattati come persone sporche e trasandate, invece abbiamo sempre fatto il nostro dovere, senza chiedere nulla in cambio e facendo fare bella figura al Comune in ogni occasione. Inoltre, se ci chiede di fare viabilità, ci chiede espressamente di andare contro le direttive del Dipartimento di protezione civile che lo vieta in modo assoluto.”
Infatti, la circolare DPC/VOL/32320 del 24 giugno 2016, emanata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile, recita testualmente “che le organizzazioni di volontariato di protezione civile non possono svolgere, in nessuna circostanza, i servizi di polizia stradale come definiti dall’art. 11 del Codice.” Inoltre, la circolare del 6 agosto 2018 “Manifestazioni pubbliche: precisazioni sull’attivazione e l’impiego del volontariato di protezione civile”, regola le attività che possono o NON possono essere svolte dai volontari di P.C.
“Io e i mie colleghi ci siamo sempre attivati nel rispetto delle leggi vigenti – prosegue Majani – e vogliamo proseguire su questa linea di rigoroso rispetto della normativa e dei regolamenti emanati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il signor sindaco ha poi fatto un regolamento interno, peraltro non ratificato da voto del consiglio comunale, che limita la nostra operatività a 65 anni di età, quando per la normativa regionale non ci sono limiti di età. In queste ore stanno arrivando ai volontari anziani le lettere del comandante della Polizia Locale con e quali si chiede a chi ha superato i 65 anni di rimanere come volontari NON OPERATIVI.
Abbiamo incontrato un muro – prosegue Majani – non ci ha fatto fare le visite mediche, ci hanno chiuso la sede senza una notifica scritta, semplicemente sostituendo i lucchetti esistenti. Nella domanda di ammissione al gruppo comunale c’è scritto che il volontario deve fare protezione civile e servizi per il comune, che sono due cose in contrasto, in quanto come già specificato il dipartimento di protezione civile vieta agli addetti di fare viabilità e manifestazioni.
Per tutte queste ragioni mi sono sentito offeso e amareggiato – conclude Majani – il Sindaco dovrebbe essere il padre putativo di ogni cittadino.”
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