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Deposito nucleare alla Roccaccia? No, grazie !

Deposito nucleare alla Roccaccia? No, grazie !

Vogliono costruire il Deposito Nazionale delle scorie nucleari in un’area a cavallo tra i territori di Tarquinia e Tuscania. La zona è situata tra le località Roccaccia, Poggio Martino e Colle Quarticciolo e andrà a occupare 360 ettari di terreno agricolo. La notizia sta facendo il giro della provincia, in quanto tra le 67 aree

Vogliono costruire il Deposito Nazionale delle scorie nucleari in un’area a cavallo tra i territori di Tarquinia e Tuscania. La zona è situata tra le località Roccaccia, Poggio Martino e Colle Quarticciolo e andrà a occupare 360 ettari di terreno agricolo.

Le cartine topografiche con in rosso l’area interessata dal progetto

La notizia sta facendo il giro della provincia, in quanto tra le 67 aree individuate per costruire il “mostro” che accoglierà tutte le scorie radioattive, nella Tuscia ce ne sono 22 e uno è quello in comune tra Tarquinia e Tuscania, denominato con la sigla VT-25.

“Scorie nucleari? No, grazie! Il piano è irricevibile.” Questo il primo commento del tarquiniese Silvano Olmi, che da anni denuncia l’aggressione in atto contro la popolazione della provincia di Viterbo, come la centrale a carbone di Civitavecchia, la strada trasversale che vogliono far passare nella bellissima valle del Mignone, l’autostrada realizzata SOPRA alla vecchia Aurelia, le decine di progetti di impianti eolici e solari con conseguente consumo del suolo agricolo, l’incertezza sulla sorte della centrale di Montalto di Castro in via di dismissione.”

A tutto questo si aggiunge oggi la notizia dell’individuazione, da parte di Sogin, di una serie di siti dove realizzare il Deposito Nazionale delle scorie nucleari. Tutti i siti individuati nel Lazio sono nella Tuscia e interessano i territori dei seguenti Comuni: Ischia di Castro, Canino, Cellere, Montalto di Castro, Tessennano, Tuscania, Tarquinia, Piansano, Arlena di Castro, Soriano nel Cimino, Vasanello, Vignanello, Gallese, Corchiano.

L’ambientalista tarquiniese Silvano Olmi

“Invito i Sindaci di Tarquinia e Tuscania, il Presidente della Provincia e quello della Regione, i Deputati e Senatori eletti nella Tuscia, i Consiglieri Regionali, il Presidente dell’Università Agraria di Tarquinia, alla massima mobilitazione – dichiara Olmi – crediamo sia folle spostare i rifiuti nucleari dai luoghi dove sono prodotti per portarli da altre parti. Per questo il progetto di stoccare nella Tuscia questi rifiuti altamente pericolosi è irricevibile.

Inoltre, metto in guardia sul pericolo del “ricatto occupazionale”, metodo già usato in passato per piegare la volontà delle popolazioni e degli amministratori locali. Infatti, già fanno capolino i cosiddetti “incentivi”, che il Governo Conte è pronto a mettere sul piatto della bilancia per far “genuflettere” i cittadini già provati dalla pandemia e dalla crisi economica.

Il progetto del deposito di scorie nucleari

Il problema enorme dei rifiuti radioattivi – conclude Olmi – è l’ennesima conferma di quanto fossimo nel giusto noi ambientalisti, quando assieme al popolo italiano ci siamo battuti affinché l’Italia uscisse dalla follia nucleare e non venisse realizzata la centrale atomica a Montalto di Castro.” 

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