Partite (e ricevute) le lettere di “messa in mora” degli ex-amministratori dell’Università Agraria di Tarquinia. Infatti, l’attuale maggioranza che guida l’ente agrario ha inviato nei giorni scorsi delle missive ai presidenti e agli assessori che hanno guidato l’Agraria negli ultimi 15 anni.

Le lettere sono propedeutiche alla “messa in mora”, cioè un’intimazione ufficiale rivolta a uno o più soggetti e deve essere fatta in forma scritta ai sensi dell’articolo 1219 del codice civile e inviata per PEC o lettera raccomandata.

Con questo atto, la nuova amministrazione dell’Agraria ha di fatto avviato la procedura per il recupero dell’enorme buco di bilancio dell’ente, che supera i 4 milioni di euro!

I cittadini che hanno a cuore le sorti dell’Agraria (l’ente gestisce beni di uso civico, quindi di proprietà di TUTTI i RESIDENTI a Tarquinia) sono speranzosi e guardano a questo atto pubblico come a un buon inizio per risollevare l’ente agrario.

Qualche dubbio viene sollevato sul fatto che siano state inviate lettere anche a chi ha amministrato l’Università Agraria oltre 15 anni fa. Ci sembra impensabile andare a recuperare soldi a chi ha guidato l’Ente in anni così lontani e certamente non ha lasciato “buchi” nel bilancio. Ci sembrano crediti ormai non esigibili.

Invece, chi ha guidato l’Agraria in epoche più recenti avrà, con questa lettera di messa in mora, la possibilità di avanzare osservazioni a discolpa e spiegare la bontà del suo operato.

Una cosa è certa, l’Università Agraria DEVE essere salvata. E’ un BENE di TUTTI noi e deve poter tornare a operare in armonia con il territorio e la città